Le malghe classificate con un indice di rischio 

Gli strumenti gestionali. L’obiettivo è quello di arrivare ad ottimizzare risorse ed azioni M49 da solo è responsabile del 30% dei danni di tutta la popolazione ursina del Trentino



Trento. Ci sono alcuni aspetti del rapporto grandi carnivori 2019 che meritano un approfondimento e che gravitano attorno a m49, l’orso problematico fuggito dal casteller, che tutti ricordano perfettamente e che proprio in questi giorni ha fatto parlare di sé per le incursioni a malga cambroncoi e malga pontara. c’è un elemento che infatti va messo in risalto: a parte le vicende di questo specifico esemplare, il 2019 va agli archivi come una stagione per il resto piuttosto tranquilla. anche nell’ambito delle cosiddette “emergenze”, lo sforzo maggiore ha riguardato la prevenzione dell’insorgenza di situazioni problematiche, attraverso le classiche attività di dissuasione, oppure attraverso il rafforzamento dei cassonetti anti-orso e della cartellonistica. ma torniamo per un momento ad m49 e alla questione dei danni, questo per capire quanto anche un solo esemplare possa fare la differenza. a suo carico vanno infatti ascritti la bellezza di 44 eventi “dannosi”, dei quali 26 al patrimonio zootecnico, 11 a patrimoni apistici e 7 ad infrastrutture varie (porte, finestre, arredi e quant’altro). i danni che gli sono imputabili ammontano a 45 mila euro e rappresentano il 30% della somma complessiva indennizzata nel 2019 per tutti i danni da orso in trentino, a fronte di 82-93 esemplari presenti. quest’ultima arriva infatti alla cifra di 152.689 euro. altro dato che letto in filigrana risulta molto interessante: in 83 casi (36% dei danni da orso complessivamente accertati) è stato possibile risalire con certezza all’identità del soggetto coinvolto grazie all’analisi genetica dei campioni organici. complessivamente sono stati individuati su danni 29 orsi diversi, cuccioli esclusi, dei quali 15 maschi e 14 femmine. sono stati rilevati in particolare 12 orsi su un singolo danno, 6 su 2 danni, 3 su 3 danni, 3 su 4 danni, 1 su 5 danni, 2 su 6 danni, 1 su 10 danni (kj2) e 1 su 11 danni (mj5). conclusione: il numero degli animali realmente e reiteratamente dannosi è estremamente circoscritto.

Se alziamo lo sguardo dalle statistiche che riguardano l’orso e abbracciamo la situazione nel suo complesso, troviamo comunque che in trentino, tra orso e lupo, sono stati complessivamente erogati come indennizzo 190.083 euro. dell’orso abbiamo già detto, dunque sono ascrivibili al lupo non più di 37.394 euro. dato, come abbiamo detto, che fa lupo fa registrare un significativo calo (-32% sul 2018) pur a fronte, come si è visto, di un significativo aumento della popolazione. questo può sicuramente essere messo in buona parte in relazione con il buon lavoro di prevenzione condotto dagli allevatori supportati dal servizio faunistico, mediante la fornitura di recinzioni, cani da guardianìa, supporto alla custodia in quota ed altre attività. questi ostacoli alla predazione sui domestici, possono avere determinato da una parte un incremento della predazione dei lupi sulla fauna selvatica e, probabilmente, uno spostamento del baricentro delle predazioni su contesti limitrofi al confine provinciale, dove l’investimento in opere di prevenzione può essere statO minore. tipico il caso dell’alto adige dove quanto a prevenzione siamo quasi a zero, ma anche verso il veneto che per molta parte versa in una situazione di ritardo strutturale nella mosa din posa di strumenti di tutela delle greggi, nonostante i finanziamenti erogati dalla regione e i progetti in corso. a titolo informativo, nel corso del 2019 al servizio foreste e fauna sono state presentate 170 richieste per misure di prevenzione dei danni da grandi carnivori (recinti elettrici e cani da guardiania), con un calo rispetto al 2018 del 18% circa. altra cosa molto importante sul piano dela prevenzione e che darà i suoi frutti solo nel prossimo futuro, è il lavoro di monitoraggio che è stato fatto sulle malghe e sui pascoli allo scopo di raccogliere informazioni utili alla valutazione del livello di vulnerabilità degli alpeggi rispetto alla predazione dei grandi carnivori. per il momento sono state radiografate 408 malghe attive sul territorio, mentre le rimanenti saranno visitate nel corso della stagione estiva 2020. l’analisi delle schede di rilievo permetterà di categorizzare le malghe, le infrastrutture, i pascoli, gli animali alpeggiati (a basso o alto rischio) e la tipologia di gestione, attribuendo a ciascuna malga un punteggio, in modo da creare una scala di priorità in base alla quale assegnare risorse e opere di prevenzione tenendo conto del livello di rischio. M.F.













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