Terme verso il project financing 

L’appalto. La Provincia ha concesso l’appalto per la gestione degli stabilimenti di Levico e Vetriolo e per progettare, costruire e gestire il “Medical Wellness” a Levico Terme spa e LevicoFin: l’affido definitivo solo dopo la verifica tecnica


Franco Zadra


Levico terme. Si è tenuta ieri la prima seduta di gara pubblica, e tra poco meno di due mesi si saprà l’esito della valutazione tecnica, relativa alla “procedura ristretta per l’affidamento in concessione dei servizi idrotermali del palazzo delle terme di Levico e lo stabilimento di Vetriolo”, con l’affidamento della progettazione, costruzione, e gestione del centro Medical Wellness del palazzo delle Terme di Levico, servito da parcheggio interrato, unitamente alla concessione mineraria per lo sfruttamento esclusivo per 25 anni del bacino idrico che alimenta le sorgenti minerali utilizzate nello stabilimento bagni di Vetriolo. La base d’asta era intorno ai 125mila euro, ma ciò che ha reso il bando estremamente arduo sembra essere stato piuttosto la complessità dell’offerta tecnica.

Un lungo iter

«Un percorso lungo 8 anni», spiega in una nota la dirigenza di Levico Terme spa e LevicoFin, in associazione temporanea d’impresa con la ditta costruttrice Sicrea spa, comunicando con soddisfazione l’esito dell’apertura delle buste da parte dell’agenzia provinciale appalti e contratti che ha rivelato la partecipazione di un unico offerente e in pratica rende quasi certa la vittoria dell’associazione levicense. «Si è proceduto alla verifica della documentazione amministrativa presentata – continua la nota - che è stata giudicata completa e regolare. Si è quindi proceduto all’apertura della busta contenente la documentazione tecnica e si è verificata la completezza. Il presidente ha quindi sospeso la seduta e ha devoluto la valutazione della documentazione tecnica alla nominanda commissione. Nei prossimi giorni si conoscerà la composizione della commissione che sarà nominata dalla giunta provinciale e proseguirà nella disanima della documentazione presentata». «Abbiamo assunto da dicembre – spiega la presidente di Levico Fin, Donatella Bommassar – una persona appositamente per sapere come inserire i dati nei moduli richiesti, cioè, non per inserire i dati, ma proprio per capire come fare a inserirli, come ci è apparso il grado di complessità richiesto da questo bando europeo». Una difficoltà che ha visto la “passionaria” delle Terme, come qualcuno simpaticamente definisce la presidente, in questi ultimi otto anni con continui cambi di interlocutori a livello provinciale e comunale, tre presidenti di provincia, tre sindaci e un commissario, svariati assessori, che «in certi momenti – dice ancora Bomassar – sono stata sul punto di mollare».

Corposa documentazione

E il documento tecnico è estremamente corposo e si riferisce a un guazzabuglio di normative tale che non sorprende abbia scoraggiato altri possibili concorrenti che pure avevano manifestato un iniziale interesse per il progetto. «Un project-financing – dice ancora Bomassar – che, se arriverà alla conclusione come ci auguriamo, sarà il primo chiuso in Provincia di Trento dove, fino a ora, nemmeno di quelli più semplici si è arrivati a concludere». Nel bando si prevedeva anche una sorta di diritto di prelazione in favore del precedente gestore qualora un altro progetto avesse superato l’offerta levicense. «Ma in quel caso – spiega Bomassar – avremmo dovuto adottare il progetto vincitore e non è detto che corrispondesse alla nostra idea di terme. Un progetto innovativo il nostro che unisce il concetto di termalismo classico a una offerta più ampia e al passo con i tempi e le attuali esigenze del turismo termale e del Welness. Non vogliamo che ci confondano con le Terme di Merano, non abbiamo i soldi che hanno loro e nemmeno gli spazi anche se a Merano di termale c’è solo una piccola piscina e le inalazioni. Noi saremo un’altra cosa e all’altezza di caratterizzare Levico Terme per il prossimo futuro».















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