Reumatologia, in ospedale adesso c’è l’ambulatorio 

Aperto al secondo piano della palazzina rosa del San Lorenzo di Borgo il martedì mattina: lo gestisce il dottor Alvise Berti. Previste dalle 400 alle 700 prestazioni 


di Marika Caumo


BORGO. E' stato presentato ieri a mezzogiorno l'ambulatorio di reumatologia dell'ospedale San Lorenzo. I locali si trovano al secondo piano della palazzina rosa e sono operativi dallo scorso martedì, 9 ottobre.

«Per noi è una giornata storica, un risultato importante ottenuto in collaborazione con l'Apss, l'aiuto del Comune e la partecipazione della Comunità di valle, che ci ha supportato nel progetto - ha spiegato la presidente dell'Atmar (Associazione trentina malati reumatici) Lucia Facchinelli -. Ringrazio per la lungimiranza il dottor Giuseppe Paolazzi, direttore dell'Unità operativa di reumatologia, che per primo ha lavorato affinché nei territori periferici si crei una rete reumatologica».

Con Borgo si completa, infatti, questa rete, che favorisce l'accesso dei pazienti sul territorio i quali, fino alla scorsa settimana, erano costretti ad andare a Trento. «Non sono tempi facili dal punto di vista economico, lo sappiamo. Si dice che vogliono accentrare tutto su Trento, ma non è così. E l'apertura dell'ambulatorio di Borgo va in questa direzione, rispondendo ai bisogni degli utenti ed alla volontà nostra, delle nostre volontarie, dell'Apss, del Comune», ha aggiunto la Facchinelli.

L'ambulatorio, aperto tutti i martedì dalle 8.30 alle 13, è gestito da Alvise Berti, giovane medico fresco di specializzazione, su cui Atmar ha investito fornendo una borsa di studio che va ad integrare la collaborazione lavorativa con l'Apss. Con lui altri professionisti, che gireranno sul territorio.

Soddisfatto il direttore generale dell'Apss Paolo Bordon: «Da più parti ci veniva chiesto di completare gli ambulatori territoriali, mancava Borgo e da martedì scorso è cominciata questa attività. Una rete ambulatoriale che lo scorso anno in periferia ha effettuato circa 4mila prestazioni. E' importante gestire le cronicità sul posto, facendo girare i professionisti». Conferma l'assessore Luca Zeni: «Si tratta del reparto che ha i volumi maggiori, interessa una grande fetta della popolazione. Il progetto rientra nel disegno provinciale per cui alcune risorse vanno concentrate su Trento, a garanzia di maggior qualità e sicurezza, e altre vanno potenziate sull'intero territorio in particolare quando si parla di cronicità e c'è necessità di venire seguiti nel tempo. Non è scontata poi la disponibilità dei medici di mettersi in gioco e girare sul territorio: qui c'è stata».

A dare qualche dato sulla rete reumatologica trentina è il dottor Paolazzi, che l'ha ideata e la gestisce. Una struttura complessa, «una piccola corazzata» come la definisce. Le prestazioni nel 2017 sono state circa 15mila di cui 4mila svolte negli ambulatori periferici: : 450 visite al centro servizi di Trento, 720 a Cles, circa 700 a Rovereto, circa 600 a Cavalese, circa 500 a Tione e circa 500 ad Arco. A queste si aggiungono le circa 200 consulenze ai vari reparti ospedalieri, che hanno permesso ai pazienti di non dover andare a Trento. «Il primo passo dell'unità operativa è stato infatti quello di alzare il livello di qualità dei medici, potenziando l'offerta ospedaliera in modo da avere la consulenza in tutte le strutture. In tutti gli ospedali è richiesto un aumento della nostra disponibilità e partiremo con una maggior offerta a Rovereto, Cavalese e Arco».

E Borgo? «Ci aspettiamo dalle 400 alle 700 prestazioni. Si trattano le forme infiammatorie e quindi patologie importanti e malattie rare, ma anche le patologie più comuni, i bisogni di chi ha dolore cronico. Portiamo a Borgo qualità e specializzazione, favorendo la presa in carico interdivisionale all'interno dell'ospedale», spiega Paolazzi. «Accanto all'apertura settimanale dell'ambulatorio con la presenza del medico, è possibile affiancare le volontarie che supportano i pazienti, al fine di non essere soli ad affrontare la malattia e la cronicità», ha concluso la Facchinelli, ringraziando le referenti Roberta Ballista e Celina Costa.













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