«Referendum ex cinema: il Comune fa ostruzione» 

Partito il conto alla rovescia. A Levico Terme dal 4 febbraio è stata avviata la raccolta delle sottoscrizioni a cura del comitato, guidato da Mauro Direno: «Dobbiamo predisporre noi i moduli»


Franco Zadra


Levico terme. È partito il 4 febbraio il countdown di 180 giorni per la raccolta delle sottoscrizioni a cura del comitato levicense per i referendum, per permettere ai cittadini levicensi di esprimersi su un quesito che la Commissione per i referendum, composta dal sindaco, Gianni Beretta, da Francesco Oss, Remo Libardi, e Marco Martinelli, ha ritenuto “conforme” come di seguito: “Preso atto che l’accordo tra Comune di Levico Terme, Provincia Autonoma di Trento e di Patrimonio del Trentino Spa, riguardante la realizzazione di un nuovo municipio, con contestuale cessione delle ex scuole alla Pat e abbattimento della Masera, è scaduto. Volete che il nuovo municipio sia realizzato nella zona ex cinema?”.

«Il secondo quesito – dice il presidente del comitato levicense per i referendum, Mauro Direno – che riguardava il divieto di edificazione di centri commerciali in fascia lago non è stato accettato, ma stiamo predisponendo un ricorso al Tribunale di Trento che pensiamo farà giurisprudenza per tutelare i diritti politici dei cittadini levicensi, del Trentino, e d’Italia».

Ora però c’è da lavorare per raccogliere le firme, tutto chiaro? «Veramente – dice Direno – il termine di 180 giorni entro il quale dovremo raccogliere le sottoscrizioni, nella normativa regionale è indicato come termine minimo, cioè non inferiore a 180 giorni, e in comune lo sanno bene. E poi ci comunicano che i moduli per la raccolta firme li dobbiamo predisporre noi per poi portarli in comune e farli vidimare. Un comportamento che definirei ostruzionistico! Potevano almeno fornirci un fax-simile disponibile sul sito del comune».

Le sottoscrizioni dovranno poi essere in numero non inferiore al 10% degli iscritti nelle liste elettorali del comune al 31 dicembre dell’anno precedente. «Ma qual è il numero esatto? - si chiede Direno - Non disponiamo di questo, e poi, devono essere conteggiati anche gli iscritti all’Aire o no, visto che non rientrano nel quorum? E come si raggiungono e informano gli iscritti all’Aire se possono sottoscrivere il referendum?».

Ma le domande non finiscono qui e salta fuori anche una richiesta apparentemente assurda. «Ci è stato comunicato – continua Direno - che la commissione verifica la regolarità degli atti delle firme di presentazione autenticate e dell’iscrizione nelle liste elettorali del comune di un numero di sottoscrittori non inferiore a quello minimo e non superiore a quello massimo. Ma che cosa significa questa frase? Esiste un numero massimo di sottoscrittori che non si può superare? E ancora non abbiamo alcun riferimento numerico».

C’è poi la questione economica, poiché come è ovvio aspettarsi il referendum avrà un costo. «Il 29 marzo – spiega Direno - ci sarà il referendum costituzionale nazionale ed è previsto in normativa che si possa accorpare il referendum comunale con altre tornate elettorali e referendarie. Bisognava però che il referendum fosse indetto dal Consiglio o dalla Giunta comunale, come avevamo invitato il sindaco a fare, noi per quella data non riusciremo a raccogliere le firme e ormai siamo oltre la tempistica prevista».

Un referendum che parte in salita, quindi, con questioni sospese a fronte, forse, di una comunicazione carente, con l’unica inesorabile certezza che il countdown dei 180 giorni è partito.













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