Via al Festival delle lingue gli studenti protagonisti 

Fino a domani, un fitto programma di appuntamenti, incontri e laboratori Il presidente Rossi: «Sforzo straordinario per promuovere il trilinguismo» 


di Alberto Tomasi


ROVERETO. Si è aperta ieri pomeriggio nell’aula magna dell’Iprase in via Tartarotti, alla presenza del presidente Ugo Rossi e del sindaco Guglielmo Valduga, la terza edizione del Festival delle Lingue, che quest’anno, coma mai in precedenza, vede protagonisti gli studenti.

Oltre ai discorsi di prammatica delle autorità, la cerimonia di inaugurazione è stata quasi interamente dedicata allo spettacolo “Come un passero sulla barra del doganiere” ideato dal docente Franco Stelzer ed eseguito dagli studenti del triennio del liceo linguistico Sophie Scholl di Trento. Undici ragazze e ragazzi, accompagnati da un sottofondo musicale, hanno recitato versi di poeti, tra i quali Rilke, Shakespeare, Neruda, Kavafis, de Quevedo, in lingua originale oppure in traduzione, per terminare con la poesia Salmo della poetessa polacca Wislawa Szymborska, un verso della quale -“solo ciò che è umano può essere davvero straniero” - aveva fatto non solo da filo conduttore della recita, ma anche della stessa manifestazione. Perché il Festival delle lingue è prima di tutto un momento di incontro e di apertura, come ha sottolineato il sindaco Valduga, il quale ha presentato l’evento «sotto il binomio di competenze e di relazioni». «Se da una parte infatti l’apprendimento delle lingue - ha continuato il primo cittadino - ci permette di accedere ad altre competenze, di aprirci alla tecnologia e alle neuro scienze, competenze che permettono alla comunità di crescere, dall’altra consente di stabilire relazioni più solide in tutti gli ambiti della società, verso l’altro e verso il mondo». Un festival che per Valduga non poterebbe avere miglior sede di Rovereto, «dal momento che Rovereto si connota precisamente come città dell’incontro». Il presidente della Provincia Ugo Rossi, come il dirigente del dipartimento della conoscenza Roberto Ceccato, si era invece soffermato sull’impegno assunto dall’ente pubblico nel promuovere la pratica del trilinguismo a partire fin dalle scuole primarie, uno sforzo «fuori dell’ordinario, con ben 36 milioni di euro investiti nella formazione di 800 docenti». «Tre anni fa il trilinguismo nelle scuole sembrava follia, mentre oggi è normalità», ha poi spiegato Paola Venuti del dipartimento di psicologia e scienze cognitive, sottolineando come lo studio delle lingue nei bambini «acceleri i processi del pensiero e costituisca un momento di inclusione». Il Festival delle lingue prosegue fino al 10 marzo, con un programma fitto di appuntamenti, incontri e workshop.

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