«Per la fibra ottica a Mori ci vorranno degli anni» 

Mynet risponde a Gilmozzi: ci siamo esposti con i clienti ma Trentino Network ci ha abbandonato e ora toccherebbe a noi realizzare la rete, andando in perdita


di Matteo Cassol


MORI. «Altro che 2019, per avere la fibra attiva a Mori ci vorranno anni»: lo dicono, in risposta alle previsioni dell’assessore Mauro Gilmozzi, da Mynet, operatore ex partner di Trentino Network (dunque della Provincia) per il progetto pilota di fibra ottica reale a Besagno. Un progetto abbandonato da Trentino Network dopo che tramite bando nazionale Open Fiber è stata incaricata di cablare i comuni minori italiani, tra cui appunto quello moriano, situazione che ha lasciato Mynet con oltre 40 contratti firmati a Besagno ma senza rete e dunque “costretta” a realizzare l’intervento a proprie spese.

«La previsione di operatività delle infrastrutture nel 2019 (inizio fase 1 nel mese corrente, ndr) – spiega per l’azienda l’avvocato Gabriele Matteo Fiorentini – non risulta attendibile. A oggi non è ancora terminata la fase 0, che neppure comprenderebbe i comuni trentini». A precisa richiesta di Mynet sull’infrastrutturazione dei cluster C e D (in cui c’è Mori), poi, dal Ministero dello sviluppo economico hanno spiegato che occorre un collaudo complessivo delle reti dei comuni di uno stesso gruppo (afferenti allo stesso “pop”, punto di presenza), quindi oltre a Mori devono essere pronti anche tutti gli altri. «Peraltro, effettuato il collaudo, Mynet non potrebbe comunque erogare il servizio con immediatezza: dovrebbe infatti interconnettersi al pop di Open Fiber e quindi chiedere il collegamento del singolo immobile con l’infrastruttura portante. Difficile che tutto possa completarsi in qualche mese. Una previsione in termini di anni è più realistica». Mynet contesta poi che esistessero impedimenti per la prosecuzione da parte di Trentino Network: «La pubblica amministrazione non può perseguire un singolo interesse (evitare sovrapposizioni) sacrificando arbitrariamente tutti gli altri. Forti interessi, sia pubblici che privati, di un progetto pronto a partire. Mynet, sulla base delle assicurazioni pubblicamente offerte, ha preso impegni contrattuali con oltre 40 cittadini di Besagno. Si è esposta a livello di reputazione e di immagine». Quindi per Mynet suona beffarda la frase di Gilmozzi «se l’operatore per motivi di urgenza fosse interessato a intervenire direttamente, con proprie risorse, è autorizzato a farlo»: «È Trentino Network che ci ha chiesto di intervenire, garantendoci la realizzazione delle infrastrutture di base. Salvo poi ritirarsi. Ora Mynet, se vuole onorare i contratti, deve farsi carico anche del costo di realizzazione dell’infrastruttura portante e l’intera operazione diventa gravemente antieconomica, visto il bacino ridotto di clientela di Besagno. La pubblica amministrazione ci offre quindi la scelta tra compiere a nostre spese, in perdita, opere che si era impegnata a realizzare, o (se si aspettassero i tempi di Open Fiber, ndr) subire un grave danno alla nostra immagine e perdere clientela. L’urgenza – concludono dall’azienda – non dipende certo da nostre libere scelte».

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