L’indagine sulla variante al Prg: richiesti due rinvii a giudizio 

Ala, il piano regolatore fu approvato ma poi annullato per il “semestre bianco” della giunta Peroni  La Procura ipotizza il tentato abuso d’ufficio per l’assessore Brusco e per il progettista Luca Eccheli



ALA . La richiesta di rinvio a giudizio è già stata depositata e nelle prossime settimane verrà messa in calendario la prima udienza preliminare. La Procura è giunta ad una conclusione: che nell’approvazione del Prg di Ala venne tentato un abuso d’ufficio, configuratosi con la volontà di favorire qualcuno nella redazione del nuovo piano regolatore. Il procuratore capo Aldo Celentano cercherà di dimostrare l’accusa davanti al gip. La richiesta di rinvio a giudizio era nell’aria da tempo, ma ci è voluto del tempo per vagliare l’ipotesi che se la variante al Prg di Ala non fosse stata cassata per l'inatteso "semestre bianco", il progetto dell'amministrazione guidata dall’allora sindaco Luigino Peroni avrebbe portato vantaggio ad alcuni residenti. In particolare, alla sorella dell’allora assessore Enrico Brusco, che si sarebbe vista trasformare un'area agricola in area edificabile, e al cugino del progettista Luca Eccheli, ovvero il titolare delle Distillerie Cipriani di Chizzola: l’area dell’azienda (nel frattempo fallita) sarebbero entrata in un piano di trasformazione perequativa.

A dare ilo via alle indagini era stata una serie di esposti, alcuni di privati, altri del consigliere del M5S Angelo Trainotti, che avevano segnalato alcune anomalie nella variante del Prg di Ala. La quale era stata approvata il 12 novembre, dopo una prima votazione annullata per evidenti incompatibilità tra i votanti della maggioranza. Poco tempo dopo, la Provincia fissò la data per le elezioni comunali al 10 di maggio 2015: il cosiddetto “semestre bianco” aveva così incluso per tre soli giorni l’approvazione della variante, che venne di conseguenza dichiarata nulla. Fu dunque per caso, e non per volontà della giunta, se la variante non ebbe corso. Infatti nel tempo si moltiplicarono gli esposti in Procura. Tre le anomalie segnalate, il piano di lottizzazione dell'area delle ex distillerie Cipriani e della cava Manara di Pilcante. In particolare, per le ex distillerie di Chizzola la variante prevedeva lo spostamento della capacità edificatoria espressa dall'area per attività produttive di 17 mila metri quadrati e la sua collocazione all'interno delle cave. Come incentivo, era previsto l'aumento del 25% della superficie ammessa in località Molini (l'area dell'ex stabilimento Cipriani), spostando il credito edilizio a Plicante. Quell'area di 17 mila metri quadri diventò così di 28 mila metri quadri, con la cessione gratuita dei proprietari del credito edilizio. Alla votazione, in aula tra gli altri rimase l’assessore Brusco, che votò a favore: in conseguenza di ciò, sua sorella avrebbe ottenuto un "ingiusto vantaggio" dalla trasformazione di un pezzo di campo in area edificabile. L'altro accusato è il progettista della variante, Luca Eccheli: il suo progetto avrebbe portato "ingiusti guadagni" al cugino titolare delle distillerie. Archiviata invece la posizione del sindaco Peroni.

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