La crisi

Turismo invernale, in arrivo i sussidi alle famiglie dei lavoratori a tempo determinato e stagionali

L’assessore Spinelli: “A fronte dell’emergenza occupazionale abbiamo deciso di estendere il prima possibile le misure, che rappresentano un sostegno al reddito, alle famiglie di lavoratori di questo comparto” 



TRENTO. La giunta provinciale ha rivisto i criteri di attualizzazione dell’assegno unico provinciale così da potenziare l’intervento e garantire un sostegno economico alle famiglie dei lavoratori a tempo determinato, stagionali e somministrati rimasti senza lavoro durante la stagione invernale 2020/2021. L’iniziativa è dell’assessore provinciale allo sviluppo economico e lavoro, Achille Spinelli: “Il comparto turistico ha subito la cancellazione di buona parte della stagione invernale che garantisce l’occupazione a migliaia di cittadini e trentini. A fronte dell’emergenza occupazionale abbiamo deciso di estendere il prima possibile le misure, che rappresentano un sostegno al reddito, alle famiglie di lavoratori di questo comparto”.
I sussidi, che si configurano quindi come sostegno al reddito e non come ammortizzatore sociale (qual è, ad esempio, Naspi) saranno erogati a partire da aprile e per tre mesi: “Gli uffici provinciali sono al lavoro per anticipare quanto più possibile l’erogazione delle somme così da dare una risposta concreta a lavoratori e, soprattutto alle loro famiglie, in difficoltà”.
Alla misura plaude anche l’assessore provinciale al turismo, Roberto Failoni: “In un momento di estrema incertezza, operatori ed addetti turistici devono poter contare sull’attenzione e l’impegno della Provincia autonoma di Trento. Insieme stiamo lavorando per risolvere i problemi contingenti e insieme troveremo le soluzioni per ridare forza e vigore ad un settore strategico della nostra economia”.

La modifica dell’attualizzazione dell’assegno unico è stata possibile mediante l’approvazione di due delibere. In sintesi, la prima delibera è intervenuta sul regolamento di attuazione dell’assegno unico, elevando da 0,16 a 0,18 i limiti d’accesso, riferiti all’indicatore Icef. Grazie alla seconda delibera, la giunta ha modificato i criteri di attuazione dell’assegno unico, con cui si sono individuati le tipologie di lavoratori e si sono stabiliti i criteri di calcolo del beneficio.

La dotazione dell’assegno unico provinciale è regolata dalla legge del 2020 (numero 3) che ha aumentato la dotazione delle risorse a 13 milioni di euro di cui 5 milione destinati a “coprire la maggior spesa derivante dall'estensione delle casistiche di lavoratori che beneficeranno dall'attualizzazione dei redditi”. Rispetto al precedente regolamento dell'assegno unico è stata elevata da 0,16 a 0,18 la soglia per accedere alla quota A di sostegno al reddito, mediante l'attualizzazione dei redditi richiesta dai nuclei familiari con lavorati che hanno subito una perdita o una riduzione significativa della loro attività lavorativa a causa dell'emergenza da Covid.

Criteri di ammissione.

I nuovi criteri di accesso all'Assegno unico riguardano in particolare il modo di valutare il reddito familiare e il patrimonio familiare per tener conto del peggioramento della condizione economica attuale, causato dalle difficoltà di lavorare in questo periodo. Possono così accedere i nuclei familiari in cui uno o più componenti:

- siano stati lavoratori a tempo determinato, stagionali o somministrati, che nel periodo 1° dicembre 2019 – 29 febbraio 2020 abbiano maturato almeno due mesi (8 settimane) di copertura previdenziale, mediante versamenti previdenziali obbligatori per effetto di attività lavorativa subordinata;

- nel periodo 1° dicembre 2020 – 14 febbraio 2021 non abbiano lavorato;

Al momento della presentazione della domanda non sono occupati, non percepiscono pensione, e non percepiscono Naspi o il cui nucleo familiare non sia beneficiario della quota A dell’assegno unico calcolata in base alla precedente attualizzazione.

Ai fini del calcolo della condizione economica sono conteggiati gli indennizzi previsti dai decreti ristori già erogati (2 mila euro) e quelli che si presume saranno erogati da qui a giugno (altri 2 mila euro).

Tra le condizioni di ammissibilità all’assegno unico rientra anche il patrimonio immobiliare diverso dall'abitazione di residenza che, fino ad una franchigia di 50 mila euro, non viene valutato a meno che non produca reddito per la famiglia. In questo caso si considerano i canoni di locazione percepiti negli ultimi due mesi.

I depositi e risparmi familiari sono valutati in base alla media degli ultimi tre mesi, mentre i titoli sono valutati in base alla consistenza risultante alla fine del mese precedente o all'ultimo rendiconto disponibile. Anche in questo caso è prevista una franchigia di 5 mila euro.

L’'importo dell’assegno unico provinciale che potrà essere corrisposto ai nuclei familiari interessati all’attualizzazione, è variabile da 950,00 a 150,00 euro mensili, a seconda dell’indicatore Icef e della composizione del nucleo familiare.













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