Zobele, da Trento alla conquista del mondo

La storia di famiglia inizia con Enrico cent'anni fa in un piccolo laboratorio


Giorgio Dal Bosco


TRENTO. Curiosità sconosciuta alla famiglia Zobele, i noti industriali, provenienti da San Sebastiano di Folgaria. Nessuno di loro sa neanche pressappoco donde derivi quel cognome. Lo ipotizziamo noi con sufficiente verosimiglianza. Gli Zobele, qualche secolo fa, potrebbero essere stati artigiani di sciabole. "Zabela", infatti, nel nostro antico dialetto è la sciabola. Lo scrive il professor Gianbattista Azzolini nel suo vocabolario di vernacolo.

Gli Zobele d'oggi ricordano l'esistenza di un avo chiamato Antonio, padre di Fortunato, a sua volta padre di Enrico (1885-1950), sposo di Emma Hafner di Cavalese (1892-1957). E' lui, Enrico, che, terminati gli studi a Vienna e assunto come impiegato di una banca locale, su suggerimento di un cliente, torna in Trentino e mette su la piccola azienda di carta moschicida.

Nascono Luigi (1921-2008) e Fulvio (1923), che studiano ingegneria a Milano: Luigi nel settore chimico e Fulvio in quello meccanico. La "nave" va. E bene. Comincia così la pianificazione famigliare e professionale della futura grande industria. Quando Enrico muore a 65 anni i due figli, complici anche gli strascichi della guerra appena terminata, virano la produzione sulle pagliette d'acciaio. Luigi si sposa con Adriana Stabile che gli dà Enrico (1950) e Giovanna (1954). Enrico, scolaro delle elementari Crispi (maestro Agostini), studente dei Polentoni (don Magagna, Dallabrida, Bolognani), universitario della Bocconi («Gli anni "più" belli della mia vita per libertà e autonomia in una grande città»), incontra come assistente universitario Claudio Demattè che sta cominciando la carriera. Si laurea, entra nell'azienda nel frattempo condotta dal padre Luigi e dallo zio Fulvio. Si sposa con Ivana Trentinaglia assieme alla quale nel 1985 adotta Thomaz, bimbo brasiliano di dieci giorni, attuale responsabile del mercato italiano dell'industria di famiglia.

La sorella di Enrico, Giovanna, laureata in Fisica, sposa di Enrico Lipparini e mamma di Fiorenza (1982, lavora a Bruxelles), di Filippo (1985, assistente alla Normale di Pisa) e di Luigi (studente), è vicepresidente del Wwf. E' un'autorevole esperta di conchiglie di cui ha scritto alcuni saggi. Fulvio, l'ingegnere meccanico fratello di Luigi, sposa l'emiliana Marisa Tioli con cui ha quattro figli: Franco (1951), Alessandra (1954), Luisa (1959) e Giovanni (1962).

Dei quattro figli è soltanto Franco che entra nell' azienda di famiglia divenendone direttore tecnico. Franco ha sposato Giancarla Arfiero, dietista al Santa Chiara e i loro due figli Francesca (1981) e Stefano (1985) sono entrambi laureati, rispettivamente in Scienze della Comunicazione e in Gestione aziendale. Lui lavora a New York e lei a Milano. La sorella Alessandra non ha mai avuto compiti nell'azienda, ha studiato, si è laureata in lingue ed è insegnante. Sposata, ha una figlia: Silvia. Luisa, anche lei laureata in lingue, fa la traduttrice a Milano. Giovanni, laureato in Economia e Commercio, dopo 25 anni di lavoro nell'azienda famigliare culminato nel ruolo di responsabile dello stabilimento di Trento, è imprenditore in altri settori. Con la moglie Roberta Ebranati ha avuto Paolo, Marianna e Matteo che sono ancora ragazzi.

Attualmente lavorano in azienda: Enrico con il figlio Thomaz, e Franco. Se Enrico, il fondatore, e i suoi figli Luigi e Fulvio con i nipoti Enrico, Franco e Giovanni hanno saputo sempre precorrere i tempi, i discendenti hanno avuto altre inclinazioni culturali e professionali.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Montagna

Rifugio Graffer al Grosté, ecco come diventerà

La Sat ha scelto il progetto dello studio Campomarzio di Trento. La struttura, costruita nel 1947, fu demolita alla fine degli anni Ottanta. I progettisti: verrà riqualificata e ampliata «rievocando l’atmosfera e la storia»