Ziano, la bottega del ferro ha 400 anni

L'azienda artigiana Zorzi è la più vecchia del Trentino e la terza d'Italia


Francesco Morandini


ZIANO. Al numero 1 di via Zanolin a Ziano, subito dopo la rotonda "del pont", accanto alla biblioteca, si apre il portone in ferro di una bottega artigiana stile dopoguerra. Se non fosse per la targa in inox, sembrerebbe di entrare nella vecchia bottega di un fabbro.

In realtà all'interno si aprono ampie sale con moderni macchinari per lavorare l'acciaio inossidabile, ma scopriamo subito sull'altro lato si apre un ingresso ampio e moderno. All'interno due operai al lavoro e in alto l'ufficio tutto vetri e modernità che si affaccia su un prato dove sono al lavoro il titolare Lucio Zorzi, 58 anni, e il figlio Jader di 35. Non sembrerebbe la bottega del fabbroferraio più vecchia d'Italia. Eppure ha 400 anni, ma non li dimostra.

Quella che adesso è un'azienda di carpenteria metallica specializzata in acciaio inox ha ottenuto un ambito riconoscimento, assieme ad altre imprese che ha fatto la storia d'Italia, lo scorso 8 giugno a Palazzo Colonna a Roma dove l'Union Camere, in occasione dei festeggiamenti per i 150 dell'unità d'Italia, ha premiato le 150 imprese italiane più longeve. L'azienda di Lucio Zorzi è risultata anche la 3ª fra le più antiche di tutte le imprese artigiane d'Italia e la 15º in assoluto. E naturalmente è anche la più vecchia di tutte le aziende del Trentino.

A Roma c'era anche Marco Misconel di Cavalese col padre, titolari della nota ditta cavalesana in attività dal XVIII secolo, il presidente della Camera di Commercio di Trento Dalpez e i titolari di altre 3 aziende trentine, premiate anch'esse.

Con il 35enne Jader Zorzi siamo all'11 generazione di una dinastia di fabbri la cui arte è stata tramandata di padre in figlio a partire da Gabriele Zorzi, nato attorno al 1600. Ai tempi dell'unità d'Italia si era già alla 7ª generazione con Tommaso Zorzi, nato nel 1836. L'albero genealogico lo ha predisposto Giorgio Trettel, assessore comunale, ricostruendolo con minuziosità attingendo ai registri della Curazia di Tesero e Ziano. Un'arte, che è anche passione, tramandata di padre in figlio, come Lucio ha fatto col figlio Jader. Assieme stanno proseguendo l'attività fra tradizione ed innovazione.

Accanto a scale, parapetti e poggioli in acciaio inox, hanno ricavato nella bottega un luogo per la forgiatura tradizionale in ferro battuto. Tanto per il piacere di usare ancora martello e maglio. E ad un passo dall'ufficio c'è l'abitazione con la moglie Silvana Simonazzi che assieme al marito cura un campo di erbe utilizzate per aromatizzare le grappe che offre ai passanti ed agli amanti delle 2 ruote che transitano sulla vicina pista ciclabile. È il punto per ora più significativo dell'Ecomuseo "il pese delle erbe" di Ziano. Tanto per unire lavoro, natura e tradizione.













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