il caso

Zanzare all’attacco ma stavolta le «tigre» sono in forte calo

A causa delle temperature ancora elevate per la stagione si scatenano gli insetti nostrani, come pappataci e simulidi


Giuliano Lott


TRENTO. In questi ultimi giorni in molti parchi cittadini le famiglie hanno provato la sgradevole esperienza di essere assaliti dalle zanzare in pieno ottobre. Colpa delle temperature ancora elevate, per la stagione, ma stavolta le temute zanzare tigre non c'entrano, o c'entrano poco: secondo i dati del monitoraggio effettuato dagli esperti del Muse, la deposizione di uova è in sensibile calo rispetto agli anni scorsi. Sono invece le zanzare nostrane a dare noia, al pari di altri insetti mordaci come pappataci (molto simili alle zanzare) e simulidi (detti anche musolini, sono moscerini tipici delle nostre zone). «Quest'anno con le zanzare tigre è andata meglio rispetto al passato – spiega la dottoressa Tiziana Friz responsabile dell'ufficio Qualità ambientale del Comune - : malgrado le piogge frequenti, le temperature in estate sono rimaste sotto la media e ciò ne ha ostacolato la diffusione. Inoltre i trattamenti di disinfestazione iniziati a maggio proseguiranno sino a lla fine di ottobre e vengono effettuati ogni 15 giorni. Anche questo ha influito sul contenimento del fenomeno». I trattamenti sono però mirati all'eliminazione delle uova delle zanzare tigre, mentre contro gli esemplari adulti non è mai stato eseguito alcun intervento. «Non ce n'è mai stata l'esigenza di adottare adulticidi – dice la dottoressa Friz -, e in ogni caso nelle trenta trappole disseminate sul territorio comunale le uova sono risultate in calo. Ciò è dovuto in parte anche al fatto che le tigre colpiscono nelle ore diurne, e con l'arrivo dell'autunno nelle giornate si sono accorciate. Segnalazioni di zone infestate? Per il momento non sono pervenute. Ma in ogni caso non c'è solo la zanzara tigre, ci sono altri insetti con caratteristiche simili». «I dati del monitoraggio sono ancora parziali – spiega Valeria Lencioni, idrobiologa del Muse – ma sulla base degli elementi parziali che abbiamo a disposizione, cioè da maggio a settembre, il numero totale delle uova rinvenute nelle trappole è più basso rispetto allo scorso anno. Ha inciso molto il luglio freddo, una condizione che non ha favorito l'esplosione del fenomeno. Per fare delle cifre precise, attorno a Ferragosto del 2013 avevamo contato circa 3.500 uova, un picco che è stato solo sfiorato quest'anno nella seconda parte di agosto, mentre i questo periodo sono calate fino a 1.000-1.500». Le zone più infestate sono quattro: viale dei Tigli, via Milano (angolo via Roma), via Vittorio Veneto e il giardino di Maso Ginocchio. Ma in generale, ci si lamenta del brodo grasso: il numero totale delle uova è attorno alle 25 mila in un anno, sommando quelle trovate nelle trappole di Trento. «Numeri irrisori rispetto ad altre zone come il Piemonte, nelle risaie del novarese, o l'Emilia Romagna, nella zona del delta del Po, dove l'infestazione rappresenta un vero problema». D'accordo dottoressa, ma come spiega le continue lamentele dei trentini? Non è che se le sognino, le punture in ottobre. «In realtà più che le zanzare tigre sono altri insetti a provocare fastidi. I pappataci, ad esempio, e i simulidi, animali tipici delle nostre latitudini, che spesso vengono scambiati per zanzare tigre. E poi ci sono le zanzare autoctone, pure loro pungono». Per evitare noie, il consiglio è il solito: per prevenire i “becconi”, usare repellenti. E quando è troppo tardi per prevenire, ci sono in commercio molti stick che alleviano il prurito. L'inverno è vicino, a breve gli insetti cesseranno d'essere un problema. Almeno fino alla prossima primavera.

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