Vuole un beagle con il pedigree, ma finisce raggirato

Allevatore multato per frode in commercio e assolto per il documento con il nome del compratore



TRENTO. Lui voleva un cane da compagnia e aveva scelto un beagle. Lo voleva però con relativo pedigree - documento necessario anche per farlo accoppiare - e per questo si era rivolto ad un allevatore della Valsugana. Che però non avrebbe mai fornito il certificato che attestava la genealogia del cucciolo e che avrebbe pure falsificato la firma del compratore sul «certificato di cessione di animale di compagnia».

Firma che indicava come non ci fosse il desiderio di «iscrizione al libro genealogico». Una doppia denuncia per l’allevatore con due distinti procedimenti e due esiti diversi. Alla fine dell’anno scorso l’allevatore era stato infatti condannato per frode in commercio: l’uomo dovrà pagare una multa di 1.600 euro, oltre alle spese processuali. Ieri invece c’è stato il procedimento per la firma falsa, procedimento che si è concluso con l’assoluzione dell’allevatore perché il fatto non è più previsto come reato.

Protagonista suo malgrado della vicenda giudiziaria un beagle, acquistato del 2012 per poco più di 700 euro. Al momento dell’acquisto l’allevatore aveva garantito l’esistenza del pedigree, un documento necessario affinché i padroni di femmine della stessa razza siano disponibili all’accoppiamento. Nonostante le diverse richieste il certificato non veniva prodotto e il venditore avrebbe accampato varie scuse per giustificare il ritardo nella certificazione, ma alla fine il pedigree non si era mai materializzato. C’erano le indicazioni relative al padre ma nulla per quanto concerneva la storia della mamma del cucciolo. Quindi la prima denuncia e ne corso del procedimento è emerso il documento che ha portato al secondo processo che si è concluso con l’assoluzione.













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