Vola la differenziata Sfiora l’80 per cento

In maggio è stato compiuto un grande passo avanti rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Crescono anche i ricavi, che saranno di 2 milioni a fine 2014



TRENTO. La raccolta differenziata dei rifiuti, a Trento, va a gonfie vele. Continuano ad aumentare le percentuali di prodotti che, invece di finire in discarica o negli inceneritori, sono smistati e trattati in modo da poter essere riciclati.

Lo dicono i numeri: in solamente un anno, dal maggio 2013 al maggio 2014, sono stati ben circa quattro i punti percentuali di crescita, per un totale del 78,3% di merci rese recuperabili. Sono cresciuti anche i ricavi dati dalla differenziata, con un netto di più di 800mila euro, che saranno circa due milioni a fine anno, secondo le stime di Dolomiti Energia; un aumento sostanzioso, di un buon 15,4% rispetto all’anno precedente.

«Un risultato eccellente», ha sottolineato l’assessore alle materie dell’ambiente e mobilità Michelangelo Marchesi: «Siamo ben al di sopra delle cifre richieste per legge. Le tariffe possono rimanere contenute anche grazie ai guadagni garantiti dall’impegno dimostrato dai cittadini». Parte dei costi di gestione del servizio di igiene urbana, infatti, sono ammortizzati dal ricavo derivante dalla vendita dei materiali riciclabili.

Il successo della raccolta differenziata a Trento dimostra anche che lo scetticismo dei trentini è quasi sconfitto. Può capitare, infatti, ha spiegato l’assessore, di chiedersi dove effettivamente finiscano i rifiuti gettati nei vari contenitori; se, cioè, lo sforzo fatto quotidianamente serva davvero a qualcosa. A quanto pare, stando alle cifre presentate dall’amministrazione comunale e dagli ingegneri Fedrizzi e Realis, eseguire uno smistamento preciso funziona eccome: «Bisogna pensare che trattare i rifiuti costa», ha sottolineato Fedrizzi, «e costa parecchio. Senza differenziata si dovrebbero spendere molti più soldi per il deposito dell’immondizia in discarica, per esempio, e stiamo parlando di circa 160 euro a tonnellata. La spesa sarebbe aumentata quasi del 45%, di circa sei milioni di euro».

È evidente, quindi, che il lavoro di suddivisione dei rifiuti conviene non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico – è ovviamente anche un obbligo di legge.

Naturalmente, alcune criticità rimangono: «C’è ancora da lavorare per informare bene i cittadini in che cestino mettere gli imballaggi leggeri. Li chiamiamo plastica, ma non tutta la plastica deve andare nei sacchetti blu», ha spiegato l’assessore Marchesi. Stesso discorso per i RAE, ossia i rifiuti e le apparecchiature elettriche o elettroniche: «Bisogna fare attenzione, perché una macchinina radiocomandata di plastica ha dei chip al suo interno, perciò non va interamente nella plastica».

Per tutti i materiali che non possono essere gettati nei vari sacchetti e bidoni all’interno dei condomini o per le strade, ci sono i Centri raccolta materiali, i Crm cioè. Lì, si possono portare i suddetti RAE, ed anche i prodotti tessili. «Abiti e stracci possono essere valorizzati al meglio con il riciclaggio, non occorre buttarli nel residuo», ha detto l’ingegner Realis, ed infatti le cifre parlano di un ricavo di ben 550 euro a tonnellata rispetto agli abiti usati. «Oppure, le cose che non indossiamo più possono essere donate alle varie associazioni che si occupano di inviare gli indumenti in altri stati. Ultimamente c’è molto mercato sul tessile, anche perché i produttori si impegnano molto più di prima al riuso di materiali già adoperati».

Insomma, quel che si crea tramite la raccolta differenziata è un circolo virtuoso, ha spiegato Michelangelo Marchesi. «Valorizzare il pattume significa inquinare meno, e far risparmiare l’intera comunità», ha concluso l’assessore. «Pare che i cittadini di Trento l’abbiano assolutamente capito, e noi continuiamo a lavorare per migliorare il servizio ed aiutarli in questo piccolo sforzo».

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