Visita oculistica, 49 giorni d’attesa

Tempi lunghi anche per la colonscopia, bene le radiografie. Zeni: «Coperto oltre il 95% delle richieste»


di Chiara Bert


TRENTO. Sessanta giorni in media di attesa per un’ecografia bilaterale al seno, 49 giorni per una visita oculistica, 42 per una colonscopia, 38 per i test sulle allergie. Ma ci sono anche branche specialistiche dove le cose vanno decisamente meglio: si aspettano 7 giorni per una radiografia al torace, 8 per quella alla testa, 9 per una visita oncologica, 13 per quella ortopedica.

Sono i tempi di attesa della sanità trentina, da sempre uno dei talloni d’Achille se è vero che da un’indagine commissionata dall’Azienda sanitaria nel 2014 su un campione di 2500 cittadini (intervistati al telefono) ha evidenziato che il 95% promuove la qualità delle visite e dei ricoveri, ma il 35% si dichiara insoddisfatto per le liste d’attesa. E se a Trento è il 19% che lamenta il problema, l’insoddisfazione sale nelle valli dove la percentuale oscilla tra il 35 e il 45%.

I numeri. Le cifre più aggiornate sui tempi di attesa emergono dalla risposta che l’assessore alla salute Luca Zeni ha dato a un’interrogazione del consigliere provinciale Claudio Civettini (Civica Trentina): si riferiscono al monitoraggio realizzato tra gennaio e novembre 2015. I picchi di attesa riguardano l’ecografia bilaterale al seno: 979 prenotazioni e 60 giorni di attesa media (ma è di soli 4 giorni se riguarda una sola mammella), che naturalmente calano nel caso in cui ci sia un codice di priorità Rao segnalato dal medico (15 giorni di attesa con priorità C e 6 giorni con priorità B). La stessa Azienda sanitaria aveva evidenziato i tempi lunghi per l’oculistica, e i dati confermano: 49 giorni per una visita specialistica (che scendono a 17 con priorità Rao C), 33 per quella ematologica, 32 per la visita dall’endocrinologo, 30 giorni per una mammografia (11 con Rao C). Si scende sotto i 30 giorni, seppur di poco, per una visita di chirurgia vascolare e per quelle cardiologica e dermatologica e gastroenterologica, mentre si viaggia sui 20 giorni per una Tac all’addome o al torace, una visita ai denti, un eletrocardiogramma o un’ecografia ginecologica. Nella sua risposta l’assessore Zeni ricorda che «la Provincia assegna annualmente all’Azienda obiettivi specifici da raggiungere tra cui quello sul contenimento dei tempi massimi di attesa per alcune prestazioni»: l’ultima delibera è dello scorso marzo e le valutazioni sul raggiungimento degli obiettivi costituiscono un parametro per la valutazione dell’attività del direttore generale, parte del cui stipendio è legato al premio di risultato.

La mobilità. Nell’interrogazione Civettini chiedeva anche di conoscere quanti pazienti, inizialmente rivoltisi alle strutture sanitarie pubbliche, erano stati indirizzati a quelle private. Zeni risponde che i dati sulle prestazioni rivelano che l’Azienda garantisce (tra prestazioni nelle strutture pubbliche e in quelle convenzionate) oltre il 95% delle richieste. Per quanto riguarda le prestazioni in mobilità (fuori dal Trentino) le percentuali maggiori si registrano nella medicina nucleare, nefrologia, oculistica, rianimazione, chirurgia generale.

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