Violenza sui figli, quasi 5 anni a Quarta 

Maltrattamenti, la Cassazione condanna in via definitiva l’omicida di Zivignago



TRENTO. Caso Quarta, la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso per i maltrattamenti sui figli. La condanna comminata in appello è definitiva: 4 anni e 8 mesi. In primo grado Marco Quarta aveva preso 4 anni. La pena per i maltrattamenti sui figli si aggiunge ai 30 per l’ omicidio della moglie, Carmela Morlino il 12 marzo 2015. L’immobiliarista la uccise davanti alla sua casa di Zivignago, davanti ai bambini, allora di 6 e 8 anni. La corte aveva accolto la richiesta avanzata da pm e parte civile di riconoscere i maltrattamenti anche ai danni della figlia più piccola. Per i giudici la bambina era stata vittima di "violenza assistita", una forma di abuso che si verifica quando i bambini sono spettatori di maltrattamenti inflitti a figure di riferimento, come - nel caso specifico- il fratello e la mamma. Le parti civili erano rappresentate dagli avvocati Giuseppe Benanti e Romina Targa (per la bambina), Elena Biaggioni (per il bambino) e Francesca Pesce (per il padre della vittima, Matteo Morlino). I legali avevano prodotto la perizia dello psicologo secondo il quale la bambina avrebbe subito anch'essa dei danni nell'assistere ai maltrattamenti inflitti ai propri congiunti. Quarta voleva che i piccoli avessero un carattere forte e che si facessero rispettare dai compagni. Per l'accusa, li prendeva in giro e li incitava con metodi bruschi. Li prendeva a scappellotti, dava loro pizzicotti, li minacciava, anche di morte, ed era arrivato perfino ad afferrare il bimbo e ad esporlo nel vuoto, tenendolo all'esterno del balcone. Una violenza psicologica rivolta soprattutto al più grande dei due figli che era di fatto iniziata nel 2008 e si era protratta fino al 26 settembre del 2014.













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