Vignola Falesina, il comune turistico senza negozi da aprire la domenica 

Le nuove regole del commercio. Il piccolo centro della Valsugana (180 abitanti e una discreta dotazione di posti letto) potrebbe beneficiare della “deroga” decisa dalla Provincia ma non ha neppure una bottega. Il sindaco: «Nessuna opportunità da cogliere, ma a noi va bene così»


Gianluca Marcolini


Trento. «Grazie mille, ma non ci serve». Vignola Falesina, abitanti 180, un paio di alberghi, un garnì, due bed and breakfast. Ma niente negozi. «Non è una priorità avvertita dalla popolazione: per la spesa ci rechiamo perlopiù a Pergine, come per molte delle nostre incombenze, o a Trento», spiega il sindaco Danilo Anderle. Girando in lungo e in largo sul territorio comunale è impossibile imbattersi nell’insegna di un supermercato, o anche solo di una bottega, semplicemente perché nei 12 chilometri quadrati non se ne trova neppure uno. Ciò nonostante, Vignola Falesina è uno dei Comuni ad alto tasso turistico del Trentino, almeno secondo i parametri stabiliti dalla Provincia, e dunque ha la facoltà di tenere aperti i propri negozi anche nella giornata della domenica, differentemente da quanto deciso per altri centri più grandi, Trento e Rovereto su tutti.

Una “deroga”, quella decisa dalla giunta provinciale, che ha inserito i due paesi di Vignola e Falesina (nel primo c’è la sede della municipalità) fra i Comuni ad elevata intensità turistica del Trentino, di utilità pari a zero per chi abita ai mille metri di altitudine fra i boschi della Valsugana, con lo sguardo che volge verso il lago di Caldonazzo. «La deroga non ci serve semplicemente perché non abbiamo negozi da tenere aperti la domenica», sottolinea il sindaco Anderle, che comunque incassa volentieri il “certificato” di località turistica trentina deciso dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti: «Le nostre strutture ricettive non sono moltissime ma lavorano molto bene, fanno la loro parte, alcune sono state ristrutturate anche di recente e dopo l’emergenza sanitaria tutte hanno ripreso a operare con un buon ritmo. Ci favorisce la vicinanza all’area della Panarotta, che è un’attrattiva non solo nella stagione invernale ma anche per buona parte dell’anno».

Vignola Falesina, oggi, balza inevitabilmente agli onori delle cronache in virtù dell’inserimento, deciso dalla Provincia, nell’elenco degli 81 Comuni trentini che la domenica possono tenere le serrande alzate grazie alla propria specificità turistica. Un elenco in cui sono comprese anche località molto piccole, appunto come Vignola Falesina (ma anche Sfruz e Sagron Mis, solo per citarne altri due), mentre sono esclusi i tre Comuni più grandi della provincia, ovvero Trento, Rovereto e Pergine. «Ma è una mera questione matematica, siamo finiti in questa lista soltanto per via di un calcolo deciso dalla Provincia basato sul rapporto fra abitanti e presenze turistiche - sottolinea Danilo Anderle - o almeno così è ciò che mi è parso di capire leggendo i giornali che hanno dato la notizia». Una notizia del tutto inattesa. «Non me l’aspettavo ma per noi non cambia assolutamente nulla - prosegue il sindaco - perché non vi è alcuna opportunità da cogliere. Per la morfologia del nostro territorio, per la nostra storia e per le nostre abitudini è infatti impensabile l’apertura di un negozio. È un’iniziativa che avrebbe davvero vita molto dura. Il nostro è un Comune sparso, con due nuclei più grandi e la popolazione distribuita su tutta l’ampiezza del territorio e dunque gli abitanti non gravitano prevalentemente sul capoluogo, almeno non per questo tipo di esigenze: siamo fra le realtà di questa zona della Valsugana che dipendono necessariamente dai centri più grandi. Se ci si muove per andare a fare la spesa a quel punto si va a Trento o Pergine. Tra l’altro, molti di noi sono lavoratori pendolari, quindi viene facile fermarsi sulla strada del rientro verso casa. L’importante è ricordarsi di dover fare la spesa quando si parte da Trento o fermandosi a Pergine». Che non fanno parte, come detto, dell’elenco dei Comuni provinciali “ad elevata intensità turistica” e quindi non sono fra quelli con la deroga per l’apertura domenicale. «Se posso esprimere la mia opinione personale, non sono contrario alla decisione di chiudere i negozi la domenica - sottolinea il primo cittadino di Vignola Falesina - ma non ne faccio una valutazione economica, non mi permetto di entrare in queste considerazioni, non ho gli elementi per giudicare l’impatto del provvedimento sotto questo punto di vista. Ne faccio esclusivamente una questione di opportunità individuale, dal punto di vista del lavoratore, che ha così la facoltà, la domenica, di riposare e di stare con la propria famiglia. Diciamo che non la vedo come una scelta negativa».

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