azzardo

Via Perini, la strada diventa «anti-slot»

Dopo la scelta del bar «Civico 31», altri due locali hanno deciso di rinunciare alle macchinette «mangia soldi»


Daniele Peretti


TRENTO. “Slot machine go home”. Sembra essere questo lo slogan che meglio rispecchia la situazione che si è venuta a creare in via Perini, dove ormai si moltiplicano i locali che hanno deciso di dire addio alle slot machine. Della decisione di Ivan Fontana, titolare del bar «Perini Civico 31» abbiamo già più volte raccontato. Oggi invence raccontiamo la storia di Franco Ferraro che alle macchinette ha detto addio da tempo.

«Quando ho rilevato il Bar Groff3, in fondo a via Perini – ricorda – l'incasso delle slot era superiore a quello del bar. E' stato un sacrifico, ma abbiamo deciso di non tenerle più. Volevo impostare una gestione famigliare, cosa che non potevo fare se continuavano ad esserci le slot: il giocatore è un tipo irascibile, sempre nervoso e bisogna stare molto attenti a trattarlo. In più consuma un caffè o un bicchiere e poi magari mette 50 euro nelle macchinette. Meglio perderlo che trovarlo».

Ed in tempi più recenti un altro deciso no. «E' stato quando ho rilevato la pizzeria al taglio, sempre in via Perini. A pochi giorni dal cambio di gestione, mi contattano quelli delle slot e mi propongono 10 mila euro in contanti, quale anticipo sulle percentuali degli incassi. Stavo ristrutturando completamente il locale e di soli infissi avevo in mano un preventivo di 20 mila euro. Averne pronta cassa la metà mi avrebbe fatto molto comodo, ma ho preferito rifiutare. Ed è nato così “Doppio Zero”.

All'Happy Hour propongo solo pesce; qui cibi veloci e piatti caldi, ma tutto è fatto in casa, anche il pane. Quindi la farina è alla base di tante mie proposte gastronomiche e da qui “Doppio Zero”, per il quale ho iniziato l'iter per il deposito del marchio». Mai pentito di aver messo alla porta le slot? «E' una questione di scelta. Se le hai devi riservare uno spazio adeguato e sai già che quel tipo di cliente non è gradito alla clientela normale. Poi serviamo tanti anziani che con poco mangiano un primo ed un secondo. Se lo immagina un vecchietto che ha bisogno di tranquillità, che deve stare a fianco di una fila di quelle micidiali macchinette? Qui ci troviamo in un rione di anziani, studenti e impiegati. Gli studenti sono i consumatori dei tranci di pizza, gli impiegati dei pasti veloci rigorosamente senza buoni pasto, che è un'altra cosa alla quale ho rinunciato e gli anziani. Sa che quando non stanno bene o quando in inverno fa freddo, ci telefonano e noi portiamo il pasto a casa gratis?»

Poi alla sera cambia tutto. «L'altra vita del Doppio Zero comincia con il calar del sole con gli aperitivi affiancati da tutto quello che è rimasto alla tavola calda del mezzogiorno. Così si consuma tutto ed ogni giorno si servono piatti appena fatti, mentre all'Happy Hour solo pesce. Sono cuoco e calabrese e faccio quello che so fare meglio. Se un cliente ci va per un pasto veloce, lo mandano al Doppio Zero e così i due locali sono complementari».

A questo punto nei locali non c'è spazio per le slot... «Giusto. C'è chi preferisce un locale da slot e chi punta ad un locale di qualità».

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