Trento

Via al maxi restauro in Cattedrale: tre anni di lavori

Stanziati dalla Provincia 4 milioni di euro. Si parte con la navata nord: pietre annerite da ripulire



TRENTO. I tempi di una cattedrale. Lunghi, che vanno a ritroso nei secoli. Il Duomo di Trento ha atteso per anni il restauro delle proprie navate, annerite dal tempo, dalla storia. Come la sua edificazione è avvenuta in tempi diversi, anche la sua manutenzione si è sviluppata, è continuerà a farlo, su tempi difformi. E ieri, a quattro anni di distanza da un intervento speculare che aveva preso le mosse sulla navata sud, sono iniziati i lavori di restauro della navata nord.

Dureranno tre anni e costeranno, in totale, poco più di 4 milioni di euro, stanziati dalla Provincia. Il responsabile dei lavori in Duomo è l'architetto Ivo Pio Bonapace: «Un grande cantiere, in un contesto delicato per definizione e che dovrà convivere con chi la chiesa la vive e la frequenta. Il progetto prevede tre lotti: la navata nord vera e propria, la navata centrale e infine il restauro del transetto e del coro. Per garantire l'uso religioso della cattedrale ed anche il flusso turistico, ovvero per non essere costretti a chiuderla, si è preferito dividere i lavori in diversi lotti. La durata prevista è tra i due ed i tre anni. Si lavorerà per i prossimi sei mesi, poi ci sarà una breve interruzione. Altri sei-otto mesi saranno necessari per restaurare la navata centrale e poi ci si dedicherà al transetto. Sarà un lavoro diviso in tre parti e durerà nove mesi. Il restauro si concentra sulla pulizia del paramento lapideo e degli altari. Si sono accumulati anni di polvere, di smog. Quanti? Un intervento sulle volte della navate è relativamente recente, recente è anche la pulitura della cupola. Di altre parti, anche visivamente lo si capisce, le notizie di lavori si perdono nella notte dei tempi» spiega il professionista individuato dalla Soprintendenza per i beni culturali.

Ieri è iniziata la posa in opera del cantiere, con la sistemazione delle impalcature: il duomo, dedicato a S. Vigilio ha origini antiche, si ha notizia di una prima chiesa sorta sul luogo di sepoltura di questo santo martirizzato nel 400 e successivamente ampliata. L’aspetto attuale si deve al principe Vescovo Federico Vanga che nel 1212 affidò il compito di riprogettare il Duomo ad Adamo d’Arogno, al quale si può attribuire l’impostazione della pianta della chiesa. La costruzione proseguita per secoli dai discendenti del d’Arogno, subì diverse modifiche rispetto al progetto originale, dovute sia ad esigenze ecclesiali che a mutamenti nella tecnica di costruzione.

La facciata nord è caratterizzata da una grande ricchezza artistica dove spiccano la Porta del Vescovo, così chiamata perché utilizzata durante il concilio dai cortili Vescovili provenienti dal Castello del Buonconsiglio per accedere al Duomo, un Rosone chiamato Ruota della Fortuna. Ora le sue pietre torneranno a risplendere.(g.t.)













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