Ventenne preso a calci: «Ti mandiamo all’obitorio» 

L’aggressione durante una festa di paese. A processo ci sono sette coetanei della vittima assieme ad un minore. La violenza potrebbe esser stata una vendetta



TRENTO. «Questo è per maggio». E lo hanno buttato per terra e poi in una decina gli hanno sferrato calci e lo hanno calpestato. Lui, per terra con il sangue che colava dal naso, è un ventenne. Gli altri, quelli che sono a giudizio per lesioni sono sette coetanei trentini e un minorenne. Uno dei maggiorenni deve rispondere anche di minacce perché se ne sarebbe andato urlando contro il ferito «ti mandiamo all’obitorio». Questo per sommi capi è quello che è successo due anni da in un paese della val di Non durante una festa di paese. Una festa che aveva portato tantissime persone sotto il palco e fra questi anche numerosi ragazzi dei paesi vicini. Tutto bene? Non proprio visto che la vicenda è finita in tribunale dopo la denuncia che è stata presentata dalla vittima dell’aggressione. Il ventenne ha spiegato ai carabinieri che era sotto il palco quando è stato spintonato da dietro ed è finito a terra. E lì ha iniziato a prendere calci in varie parti del corpo. «Mi hanno anche calpestato» ha poi raccontato. L’intervento del personale di sicurezza della festa ha messo fine all’aggressione. Il ferito è stato soccorso sul posto dal personale sanitario presente e pensava che fosse tutto finito lì. Il giorno dopo però i dolori lo hanno spinto ad andare al pronto soccorso perché aveva forti dolori. Dall’ospedale era stato dimesso con alcuni giorni di prognosi e la situazione lo aveva quindi spinto a rivolgersi ai carabinieri per denunciare l’aggressione. Sono stati sentiti i testimoni, sono stati fatti dei riconoscimenti e alla fine sono state otto le persone indagate. Uno è un under 18 e quindi il suo caso sarà sottoposto all’attenzione del tribunale dei minorenni. Gli altri sette, invece, sono imputati nelle aule del palazzo di largo Pigarelli. Un’aggressione, quella avvenuta due anni fa, che avrebbero avuto un primo capitolo un anno prima. Anche in quel caso il fattaccio sarebbe avvenuto nel corso di una festa di paese e la vittima era uno degli attuali imputati. Che sarebbe stato raggiunto da alcuni sputi e quindi spinto a terra e poi preso a calci al volto. Il collegamento sta nel fatto che una delle persone contro le quale si era proceduto allora (c’è stato da parte della procura un decreto penale di condanna per i tre indagati) è lo stesso che è la vittima dell’aggressione attualmente a processo. E quindi i fatti che sono ora davanti al giudice sarebbero stati una risposto all’aggressione avvenuta nel corso del 2015. L’udienza è stata rinviata perché si sta cercando di arrivare ad un accordo fra le parti.

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