Valsugana, i candidati si sfidano sui profughi 

Fugatti e Fraccaro: «Espellere chi non ha lo status di rifugiato» Dellai: «Non lasciarli senza fare nulla. Più risorse per la sicurezza»


di Chiara Bert


TRENTO. Divisi sugli immigrati, sul futuro dell’Europa, sulla Valdastico, sulla legge Fornero, sui punti nascita di valle. D’accordo sul fatto che oggi l’autonomia trentina si difende, a Roma, solo se non si gioca più egoisticamente in trincea ma si accetta che venga estesa anche agli altri territori.

Lorenzo Dellai (Civica Popolare, centrosinistra autonomista), Maurizio Fugatti (Lega, centrodestra) e Riccardo Fraccaro (Movimento 5 Stelle) sono i protagonisti di una delle sfide più interessanti - e sulla carta tra le più incerte - di questa campagna elettorale: quella sul collegio della Camera in Valsugana. Dove rappresentano i tre principali schieramenti che il 4 marzo si contenderanno la guida del Paese.

Ieri li abbiamo messi attorno a un tavolo nella redazione del Trentino, in un forum con il direttore Alberto Faustini e il vicedirettore Paolo Mantovan.

In questa campagna elettorale si sta discutendo molto di Europa e del futuro dell’Italia nei rapporti con l’Unione europea. Qual è la vostra visione?

FUGATTI: Così com’è stata negli ultimi quindici anni, l’Europa è profondamente in crisi. La socialdemocrazia ha fallito sui temi della sicurezza, dei migranti, dello sviluppo economico. Sulla gestione dei profughi l’Europa deve cambiare o lo faranno i governi, l’Austria ce lo insegna. Con la direttiva Bolkestein l’Unione europea ha finito per trattare il mercato di Pergine come le grandi concessioni autostradali e portuali, un’assurdità. Allo stesso modo, un piccolo autotrasportatore trentino non può essere competitivo se un collega sloveno non ha nessun vincolo e lavora per metà salario. Non può più essere un’Europa che fa solo gli interessi della Germania!

DELLAI: Il problema oggi è che c’è poca Europa, non troppa! Tutti capiscono che in un mondo sempre più globalizzato, con la forza crescente delle potenze asiatiche, nessun Paese può pensare di farcela da solo. Tanti problemi derivano dal fatto che tantissime decisioni oggi sono rimesse al consiglio europeo che risponde ai 27 governi nazionali. Un caso eclatante è quello dei migranti, dove ci sono paesi governati dalle destre che si oppongono alla ripartizione dei profughi.

Fraccaro, voi 5 Stelle siete stati nello stesso gruppo dell’euroscettico Nigel Farage...

FRACCARO: Con Farage non c’è stata un’alleanza politica, siamo stati in gruppo con lui solo perché era l’unico che ci dava libertà di voto e la possibilità di presentare emendamenti. Noi sosteniamo che all’Europa serve innanzitutto una riforma democratica: dev’essere il popolo europeo a fare le leggi, non i capi di stato; oggi il parlamento europeo non può neanche fare proposte di legge. La seconda considerazione è che i governi italiani hanno fallito clamorosamente, votando i trattati europei - dall’austerità ai migranti - che oggi dicono di voler cambiare. L’Italia in questi anni non è stata in grado di difendere gli interessi nazionali.

Avete introdotto il tema dell’immigrazione, che è tornato ad infiammare la politica dopo i fatti di Macerata. Quali soluzioni proponete?

FUGATTI: Se non gestisci i flussi migratori poi può capitare che un giorno un pazzo si sveglia e si mette a sparare. L’unica risposta all’immigrazione sono gli accordi con i Paesi di origine e le espulsioni. Quando eravamo al governo con Maroni ministro lo dicevamo e ci davano dei razzisti, nel frattempo sono sbarcati centinaia di migliaia di migranti e poi è arrivato Minniti che prova a fare esattamente quello che proponevamo noi. La nostra posizione è chiara: chi ha lo status di profugo, vale a dire non più del 7-8% degli immigrati, può restare, gli altri no, altrimenti il popolo non capisce e vota come in Austria. Oggi serve un controllo spietato del territorio, la gente ha paura. Parlate con i poliziotti in piazza Dante, gli agenti che arrivano in supporto dicono che Trento è messa peggio di Milano.

DELLAI: Questa è grossa...

FUGATTI: Chiedete in piazza Santa Maria. Senza contare che la Provincia ha dato ai profughi le tessere gratuite per gli autobus e oggi fare l’autista è diventato un lavoro a rischio...

DELLAI: C’è un’onda che qualcuno cavalca, ma la politica deve fare uno sforzo di serietà e avere un approccio pragmatico e realista. C’è un tema sicurezza che non riguarda solo gli stranieri: ieri è stata uccisa la sesta donna dall’inizio dell’anno in Italia dentro le mura domestiche. Io sono favorevole a una norma di attuazione che dia alla Provincia competenza sulla sicurezza e consenta di mettere ulteriori risorse provinciali per potenziare il controllo. Finiamola con le bugie, gli stranieri in Italia sono da anni stabili a 5,5 milioni e la maggior parte sono donne e vengono da Paesi di religione cristiana. La Germania ha accolto molti più profughi di noi, in Trentino sono lo 0,9%: il tema è come occupare queste persone in maniera da evitare assembramenti di nullafacenti che creano allarme sociale. Aggiungo: attenzione a dire, come ha fatto qualcuno, “Non possiamo sparare agli straniero, però...”. Quel però è incompatibile con i valori civili.

FRACCARO: Non spostiamo il problema sulle donne uccise, oggi i cittadini italiani sono giustamente preoccupati perché da anni lo Stato non controlla i flussi migratori. Noi diciamo che per prima cosa bisogna possibilmente evitare che i migranti arrivino, e allora mi chiedo che credibilità abbia nel fare accordi con i Paesi d’origine chi ha baciato mani ai dittatori e poi li ha bombardati, o chi ha consentito alle grandi compagnie di Stato di sfruttare le risorse dei Paesi africani... Secondo, noi diciamo che chi ha il diritto d’asilo resta, gli altri devono tornare a casa.

DELLAI: I rimpatri già si fanno ma sono difficili, per fare accordi con i Paesi di partenza servono interlocutori credibili e sappiamo anche quanto sia fragile il quadro per esempio in Libia...

FUGATTI: Il punto è che non c’è la volontà politica. Maroni fu il primo a fare i rimpatri. Quanto ai 5 Stelle, oggi la sindaca di Roma Raggi propone un profugo per ogni famiglia...

E i migranti che sono in Italia, e in Trentino, come si gestiscono?

FRACCARO: Vanno distribuiti sul territorio. Concentrare aumenta le paure e il disagio sociale. Il problema è che i sindaci, anche in Trentino, sono contrari, perché vedono uno Stato che non è dà risposte credibili.

FUGATTI: E hanno ragione!

Quindi è giusto che Riva, così come la sua Avio e un altro centinaio di Comuni trentini non accolgano nessun profugo mentre Trento e Rovereto si fanno carico dei campi e dei container?

FUGATTI: Sì, finché i giardini di Avio sono come sono... I sindaci fanno gli interessi della loro gente.

DELLAI: “Prima Avio”, una nuova logica... Io sono convinto che l’impianto portato avanti dalla Provincia, di distribuzione dei migranti sul territorio, è un impianto buono. Questo non è solo un problema di sindaci, bisogna mobilitare le associazioni, le parrocchie, coinvolgere le comunità. Il Trentino ha una tradizione di accoglienza che non è venuta meno.















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