Mori

Vallo tomo, misterioso scoppio al diedro

Il botto nella notte, un volantino: petardi come test dimostrativo. La Tribù delle fratte: «Non siamo stati noi»


di Matteo Cassol


MORI. Forte esplosione nella tarda serata di giovedì, con "epicentro" non distante dai terrazzamenti di Montalbano. Un episodio che, una volta esclusa l'eventualità di un incidente, ha cominciato a scatenare letture inquietanti: un gesto stupido di qualche balordo - è stato udito almeno un altro scoppio - o c'è di più? Gli spunti non mancano. Di sicuro ieri è comparso un volantino intitolato "Basta bugie sulla pelle di vicolo Pipel", firmato "tribù delle fratte", in cui si legge: «Certi delle nostre buone ragioni, nonostante la prossimità abitativa abbiamo provveduto al primo stress test tramite esplosivo a bassa intensità. Ad ore 23.32 abbiamo esploso il Pirat 217 di potenza media. La botta è stata avvertita dalla popolazione fino all'agglomerato di Fontechel (conca di Brentonico) ma come supposto, il diedro tiene. La dichiarata urgenza non si è dimostrata veritiera. Ancora bugie della classe politica. La minaccia è infondata». Poi è arrivata la secca smentita da parte alla vera Tribù delle Fratte: «Se è semplicemente delirante sostenere che l'esplosione di un petardo sia uno "stress test" per la tenuta del diedro, la firma e i contenuti del volantino sono un'operazione studiata a tavolino per screditare una protesta che sta coinvolgendo sempre più moriani e liberi cittadini. Come Tribù delle Fratte smascheriamo con forza questa operazione denigratoria. Non capiamo chi stia giocando sporco. Ciò che sappiamo è chi ha tutto l'interesse a screditare la lotta, infangando e generando confusione ad arte, per preparare l'intervento delle forze dell'ordine». «Tentativo maldestro - hanno commentato Nicola Bertolini (consigliere del Movimento 5 Stelle) ed Emilio Piccoli, in prima linea sui terrazzamenti - di strategia della tensione per delegittimare la Resistenza. Non può essere la Digos, solo qualche monello gonfio di rabbia». «Il vicolo citato - argomenta il capogruppo del Patt Cristiano Moiola - è sbagliato. "Pipel" invece che "Prearua". In più si firmano come "tribù delle fratte" scritto in minuscolo». «Chi ha commesso questa azione - aggiunge il segretario autonomista Paola Depretto - va assolutamente condannato: vergogna. Oltre a mettere in pericolo la popolazione moriana si cerca di screditare un'azione di protesta. Uscite allo scoperto, congiurati». Di certo il clima attorno alla costruzione del vallo-tomo, con il cantiere anche ieri fermato e l'assemblea popolare in serata, si fa sempre più teso.

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