la protesta

Valigie nel vano carrozzine mamma sfrattata dall’autobus

Lo spazio per le carrozzine? C’è ma nei fatti può trasformarsi in un optional. E scatta la disavventura



TRENTO. Lo spazio per le carrozzine? C’è ma nei fatti può trasformarsi in un optional. Gaia de Zambiasi protesta per il “trattamento” ricevuto ieri. «Ho sempre utilizzato i mezzi pubblici per i miei spostamenti - scrive - e, da quando è nata mia figlia, se devo recarmi in centro città preferisco scendere a piedi dalla collina est, dove abitiamo, e ritornare a casa in autobus nonostante i tanti disagi (finestrini bloccati e aria condizionata non funzionante in estate, guida pedestre, fermate impraticabili con un passeggino ecc.). Tuttavia, trovo assolutamente intollerabile la maleducazione e la mancanza di rispetto di cui sono stata oggetto stamani (ieri, ndr). Con mia figlia di 10 mesi nel passeggino mi trovavo alla stazione centrale in attesa dell’autobus n. 10 in partenza alle ore 11.11 quando, all’arrivo del mezzo, vedo un gruppo di 8/10 uomini stranieri con valigie che si affrettano verso la porta centrale del suddetto mezzo salendo e occupando con i loro bagagli tutto lo spazio riservato a carrozzelle e disabili. A nulla è valsa la mia protesta, prima in italiano poi in inglese, né tantomeno l'autista o chiunque altro si è degnato di intervenire e così siamo rimaste a terra, ossia siamo ritornate a casa a piedi (percorrendo 1,7 km, di cui 1 km in salita – la sottoscritta spingendo 20 kg tra passeggino e figliola, spesa alimentare esclusa in quanto gentilmente trasportata da mia sorella, incontrata per caso). Prima di avviarmi, però, mi sono recata al punto vendita biglietti di Trentino Trasporti, dove ho domandato se esistesse un ufficio reclami e mi è stato risposto di contattare il numero 821000 (che risulta inesistente) o di recarmi in via Innsbruck (cosa che farò, se entro domattina non otterrò una risposta alla mia e-mail all’ufficio reclami)».













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