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Vaccino anti-influenza, pronte 70 mila dosi

Attesa un’epidemia pesante, in Trentino la campagna partirà il 2 novembre. L’obiettivo è di invertire la tendenza al calo registrata negli ultimi anni


di Andrea Selva


TRENTO. Sono 70 mila le dosi di vaccino anti-influenzale che l’azienda sanitaria di Trento ha acquistato in vista della campagna anti-influenzale che partirà il prossimo 2 novembre. Ma con la possibilità - come spiega il responsabile del servizio di igiene e sanità pubblica, Valter Carraro - di procurare ulteriori dosi in tempi brevi se la domanda, questa è la speranza, dovesse rivelarsi superiore. Il dato di partenza è quello dei 67 mila soggetti vaccinati l’anno scorso (2015), quando venne registrato un calo rispetto ai 69 mila vaccinati l’anno precedente (2014).

Quest’anno - secondo i virologi - l’epidemia influenzale si annuncia particolarmente severa a causa di una mutazione dei virus che dovrebbe aumentare la popolazione vulnerabile. L’azienda sanitaria di Trento non ha comunque ritenuto opportuno anticipare la data di partenza della campagna di vaccinazioni per i soggetti a rischio: «Novembre è il mese migliore - spiega Carraro - con la possibilità di completare le vaccinazioni a dicembre per i ritardatari. Non abbiamo ritenuto di anticipare a ottobre perché questa scelta è stata pagata, in passato, di fronte alle difficoltà di approvvigionamento dei vaccini: meglio una partenza regolare, piuttosto che una partenza falsa che rischia di creare disagi tra i cittadini».

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L’azienda sanitaria dovrà combattere con un “calo di popolarità” che ha caratterizzato le vaccinazioni anti-influenzali negli ultimi anni. Un dato su tutti: nel 2008 la percentuale di ultra 64 enni vaccinati contro l’influenza era del 67,8%, mentre nel 2015 la percentuale era scesa al 50,9%. Un calo che riguarda tutta la provincia di Trento anche se si registrano alcune differenze tra le varie comunità di valle: Bassa Valsugana e val di Non superano il 55% mentre Alta Valsugana e Vallagarina si fermano attorno al 48%.

Ma a chi è diretto l’appello dell’azienda sanitaria? In primo luogo ai soggetti con più di 65 anni (nel 2015 i vaccinati furono 55.918) e poi ai soggetti a rischio a causa delle loro condizioni mediche: 10.413 soggetti vaccinati tra cui 870 bambini tra i 6 mesi e i 14 anni. Infine altri 983 soggetti vaccinati appartenevano alla categoria degli operatori sanitari. La campagna ha dato ottimi risultati all’interno delle Rsa dove si registrano percentuali di adesione superiori all’85%.

Chi intende sottoporsi alla vaccinazione (che per le categorie a rischio è gratuita e viene per lo più somministrata dai medici di base) sappia che il vaccino impiegherà 8-10 giorni per avere effetto. Il picco influenzale l’anno scorso è stato raggiunto a febbraio e anche in Trentino sono stati registrati casi di pazienti deceduti.

Il vaccino che verrà somministrato ai soggetti a rischio è stato stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità ed è trivalente, con copertura rispetto al ceppo A/California, A/Hong Kong e B/Brisbane, con una variante rispetto all’anno precedente. La raccomandazione - vista la situazione climatica dell’Italia e l’andamento delle precedenti epidemie - è di procedere alla vaccinazione entro dicembre. Le autorità sanitarie chiariscono che la protezione dura per un periodo di 6-8 mesi e poi tende a diminuire. Per questo motivo (oltre al mutamento dei ceppi in circolazione) è necessario sottoporsi alla vaccinazione anti-influenzale ogni anno. Per tutti i soggetti che non sono considerati a rischio, ma intendono comunque proteggersi, il vaccino stagionale è disponibile nelle farmacie.













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