salute e scuola

Vaccini, a scuola è caos sui controlli

La coordinatrice Pasini: «Non possiamo essere noi a verificare se i ragazzi sono in regola. Ci pensi l’Azienda sanitaria»


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. «Noi presidi siamo favorevoli, anzi favorevolissimi, all’introduzione dell’obbligo di vaccinazione a scuola, ma non bisogna scaricare i controlli e la responsabilità penale sulla scuola. Così come è organizzato adesso il controllo rischia di essere una bomba per noi». Alessandra Pasini, dirigente scolastica a Cles e coordinatrice dell’Associazione provinciale dei presidi, è chiarissima: così come è adesso il decreto non va bene. Oggi si terrà una riunione operativa convocata dal dirigente del Dipartimento Prevenzione dell’Azienda sanitaria Marino Migazzi e con i dirigenti del Dipartimento Istruzione della Provincia.

E’ da chiarire se le modalità organizzative sul controllo delle vaccinazioni effettuate dai singoli razzi in Trentino possono cambiare rispetto al resto del paese. Ma, intanto, da parte dei presidi c’è una levata di scudi: «Non possiamo avere noi la responsabilità, tantomeno quella penale. Non abbiamo gli strumenti per verificare tutti i nostri iscritti e la responsabilità sarebbe troppo gravosa», spiega la professoressa Pasini che suggerisce di spostare la competenza sull’Azienda sanitaria: «L’Azienda ha tutti gli elenchi dei ragazzi vaccinati, potrebbe essere lei a verificare chi non ha fatto le vaccinazioni e segnalarlo all’autorità e alla scuola. Ma non può essere certo la scuola ad assicurare un controllo capillare. Non può essere in capo a noi il controllo né, tantomeno, la responsabilità penale».

La professoressa si riferisce al fatto che, secondo il decreto 73, è previsto che i presidi controllino se tutti gli iscritti abbiano fatto tutte le 12 vaccinazioni diventate obbligatorie e poi, entro 10 giorni, segnalino all’Azienda sanitaria chi non è in regola. Se non lo fanno, possono anche essere accusati del reato penale di omissione di atti d’ufficio. Ma proprio la responsabilità penale, sommata al sovraccarico burocratico per una struttura già molto impegnata, manda i presidi su tutte le furie.

La professoressa Pasini spiega che anche l’organizzazione sarebbe molto complessa: «Non potremo certo farci portare da tutti i ragazzi i certificati vaccinali. Quindi, andremo avanti con le autocertificazioni, ma in questo caso, la norma prevede che si debbano fare controlli a campione. E noi dovremmo chiedere i dati a campione all’Azienda. Loro hanno tutti gli elenchi e dovrebbero essere loro a segnalare all’autorità competente che poi dovrebbe avvisare la scuola. Invece qui si è rovesciato il paradigma logico. Vorrebbero che la scuola controllasse tutto quando non ha gli strumenti e, in più, entro 10 giorni dovrebbe inviare la segnalazione pena la responsabilità penale. Ma tutto questo è inaccettabile».

I presidi trentini sperano che a livello locale si cambi impostazione e che si diano maggiori competenze all’Azienda sanitaria: «Speriamo che a livello trentino si cambi l’impostazione nazionale. Il controllo e la segnalazione non possono ricadere su di noi. Non possono essere in campo alla scuola. Ancora non è stato deciso il modello organizzativo per la nostra provincia, ma speriamo proprio che sia diverso da quello deciso a livello centrale», aggiunge la professoressa Pasini in vista della riunione di oggi.













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