Upt, sì al cambio di statuto per «Mellarini segretario»

Lunedì il parlamentino avrà all’ordine del giorno l’incompatibilità con il ruolo di assessore. L’assemblea degli iscritti deciderà se abrogare l’articolo 17


di Chiara Bert


TRENTO. Punto numero 4 all’ordine del giorno del parlamentino Upt convocato per lunedì prossimo, dopo l’elezione di presidente e vice e le mozioni approvate al congresso: «approvazione della questione pervenuta ai sensi dell’articolo 10, ultimo comma dello Statuto per la parziale abrogazione e riproposizione dell’articolo 17 dello statuto e conseguente inserimento nell’ordine del giorno dell’assemblea provinciale notarile degli aderenti». Tradotto dal politichese: il parlamentino dei territori affronterà il nodo dell’incompatibilità del segretario eletto Tiziano Mellarini, che fin qui non ha potuto accettare la carica perché è anche assessore provinciale, un doppio ruolo vietato dallo statuto del partito.

Su questo hanno puntato Lorenzo Dellai e i suoi sostenitori, che hanno accusato Mellarini di voler modificare geneticamente il partito con norme ad personam. Su questo hanno presentato un ricorso ai garanti, che hanno dato 20 giorni a Mellarini per risolvere il problema. E l’interessato - che da ormai quasi tre settimane resta «congelato» senza esercitare il suo ruolo - ha deciso di percorrere la strada che aveva del resto annunciato al congresso: chiedere all’assemblea degli iscritti di modificare l’articolo 17 e rimuovere così l’ostacolo.

Tornato sabato scorso da un viaggio in Russia, il presidente del partito Andrea Tomasi ha ascoltato le parti e ieri ha diramato la convocazione ai componenti del parlamentino dei territori, che è composto da 100 membri oltre a quelli di diritto (tra cui il gruppo provinciale, parlamentari ed ex parlamentari, ex segretari, presidenti e vice delle Comunità di valle, vicesindaco di Trento): l’80% è schierato con Mellarini, ma il confronto con i dellaiani eletti durante le assemblee territoriali) si annuncia infuocato.

Dallo strappo al congresso, quando l’ex governatore si era ritirato dalla corsa lanciando dure accuse, non ci sono più stati contatti ufficiali. Ma quello che è filtrato da qualche contatto informale, è che per i dellaiani l’unica possibilità di ricomporre la frattura passava per un passo indietro di Mellarini e un nome che traghettasse il partito. Opzione giudicata impraticabile dal neosegretario e dai suoi: si va avanti cambiando lo statuto.

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