Università oggi:  primati ancora incerti

Ricchezza e povertà si alternano oggi con modalità veloci e marcatamente imprevedibili. Il reddito mondiale prodotto è in crescita ma la sua distribuzione è disuguale e legata a fattori che delineano...


di Antonio Scaglia


Ricchezza e povertà si alternano oggi con modalità veloci e marcatamente imprevedibili. Il reddito mondiale prodotto è in crescita ma la sua distribuzione è disuguale e legata a fattori che delineano una fisionomia assai diversa che in passato. Gli studi universitari continuano a rivestire una rilevanza simbolica legittimata dall’inusitato successo economico loro attribuito e dal nobile blasone accademico dell’istituto in cui, ad esempio, il miliardario ha conseguito i gradi accademici. Gli studi accademici non sono comunque una garanzia di successo in assoluto. L’identikit dei dieci uomini più ricchi del pianeta è indubbiamente una costruzione sociale. La possiamo definire appunto dal loro identikit, inteso come utile falsa immagine che attribuiamo ai recenti miti della produzione, della finanza e dell’ammirazione sociale. Eccolo, in sintesi, l’identikit dell’uomo di successo. Uomo nato da famiglia modesta; ha origini popolari, ha lavorato svolgendo attività umili e poco redditizie (muratore, cameriere, fattorino…); ha studiato presso istituti accademici altamente qualificati (ovviamente studiando notte e fine settimana); ha scoperto di possedere alte capacità professionali al business, alla finanza, particolare e spiccata capacità imprenditoriale. La borsa è lo spazio in cui egli esercita le spiccate qualità economiche e imprenditoriali che hanno costruito il suo successo e che egli rassoda e accresce ogni giorno. La sua intima etica umanitaria egli la esprime con le azioni e le iniziative di beneficenza, ambito spiccatamente presente nel suo olimpo di successo, anche se ben distinto dalle iniziative economico imprenditoriali. Evidente la cristallina distinzione tra l’agire economico strumentale e l’etica che declina, sempre con ferrea distinzione, tra la pietas e l’inattaccabile logica razionalità della vita economica. Qui si colloca la ferrea distinzione fra cattolici, luterani e calvinisti. Warren Buffet, Jeff Bezos sono ai primi posti della fila dei privilegiati. Per il luteranesimo, la predestinazione di ogni uomo è inconoscibile e ha come unico rifugio la fede anche contro la speranza, poiché non v’è possibilità alcuna né di conoscere il nostro destino ultraterreno che solo Dio conosce, e meno ancora di mutarlo. Calvino, vescovo di Ginevra, senza mutare la dottrina luterana sulla predestinazione, aprì lo spiraglio alla possibilità per l’uomo di avere un’anticipazione conoscitiva della predestinazione tra gli eletti che ci viene dal successo economico che possiamo ottenere con l’assiduo lavoro e con la vita ascetica, negata ai piaceri del successo economico. Evidente la distinzione etico personale e sociale tra i popoli cristiani rispetto al lavoro, al significato dell’economia e della ricchezza e quella di popoli di altre visioni ultime del mondo. Ciò rimane pure nell’orientamento che i popoli conferiscono alla loro vita anche nell’attività scientifica, e agli stessi studi universitari. L’obiezione che l’etica prevalente degli intellettuali occidentali è laica, tocca aspetti che non è errato assumere come superficiali. Ma il futuro sembra prospettare inattese novità. Gli orizzonti che la fisica sta aprendo nell’affascinante ambito di ricerca della prospettiva quantistica, sembra iniziare un ripensamento con nuove aspettative circa la conoscenza degli elementi costitutivi e ultimi della materia, ma anche della stessa scienza basata sulla antica verifica empirica. Ad essere messo in causa potrebbe essere lo stesso positivismo e anche l’antica metafisica, avvicinandoci a prospettive epistemiche delle visioni orientali. Le università saranno allora chiamate a essere puri contenitori di modalità conoscitive rinunciando a presupposti che da strumenti di base della conoscenza scientifica si rivelano essere solo presupposti ideologici? Forse, il destino dell’uomo è e sarà, soprattutto domani, quello di infrangere ogni conoscenza nella dimensione di assolutezza, dimensione che non appartiene alla realtà sensibile che conosciamo, in nessun modo.













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