Università, Atreju lascia: «Non ci candidiamo» 

I rappresentanti degli studenti non si presentano alle elezioni: tanti risultati ottenuti in quattro anni



TRENTO. Il prossimo 21 novembre si terranno le elezioni per eleggere i rappresentanti degli studenti universitari e Atreju, associazione che negli ultimi quattro anni ha portato avanti le proprie idee e le proprie azioni ottenendo diversi successi all’interno del mondo accademico, non ci sarà. «Sapevamo fin da principio che il nostro sarebbe stato un compito a termine - spiega Francesco Barone, che di Atreju è uno dei fondatori - ed è giusto che ora le cose prendano un altro corso. Atreju è nata dall’esigenza di creare una nuova forma di rappresentanza indipendente. Durante gli scorsi anni i nostri rappresentanti sono stati eletti nel consiglio studentesco, nel comitato paritetico di ateneo, e nelle facoltà di lettere, economia, giurisprudenza e sociologia». E proprio alla facoltà di sociologia ha svolto il proprio mandato di rappresentante degli studenti Luca Erbifori, altro membro fondatore di Atreju. «Non è stata una passeggiata - ricorda Erbifori - le mie posizioni politiche erano e sono tutt’ora lontane dal centro sinistra, fazione politica che aveva sempre fatto la parte del leone nella facoltà. Sono stato minacciato, attaccato, ma sono fiero dei risultati che abbiamo ottenuto, per citarne solo uno: l’introduzione del badge universitario per poter utilizzare i servizi igienici della facoltà, che altrimenti venivano utilizzati da esterni in maniera poco consona ed educata».

Voluto e realizzato da Atreju anche il ripristino degli appelli nei mesi di dicembre e maggio, «contrariamente a quanto afferma Udu, l’unione degli studenti universitari, che vorrebbe prendersi il merito per questo traguardo - afferma Barone, che aggiunge - Atreju ha dato il via ad una nuova forma di rappresentanza indipendente, lontana dalle ideologie, tant’è che nella nostra associazione non abbiamo mai badato all’appartenenza politica ma alle idee, premiando quelle che andassero davvero a favore degli studenti. Dalla nostra esperienza sono nati nuovi movimenti che affronteranno tra poco la sfida delle elezioni studentesche, e noi siamo ben felici di farci da parte e lasciare che ogni generazione di studenti trovi i rappresentanti adatti a far sentire la propria voce». (a. som.)













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