Universiadi in Trentino nel 2013

Maribor rinuncia, la Fisu preme. La Provincia pensa a un'edizione low cost


Chiara Bert


TRENTO. Quattro mesi fa la rinuncia della Provincia all'edizione 2017: «Costano troppo, meglio rinviare al 2019». Ma ecco che le Universiadi invernali rientrano dalla finestra, e questa volta per il 2013. All'ultimo Maribor (Slovenia) si è tirata indietro e la Fisu è tornata in pressing sul Trentino, già pronto per i mondiali di sci nordico. E così si pensa ad un'edizione low cost. La giunta provinciale avrebbe dovuto decidere già ieri, poi il tutto è slittato a venerdì prossimo. In Piazza Dante si stanno facendo le ultime verifiche e gli ultimi conti prima di dire sì alla Federazione internazionale.Un colpo di scena, quello delle ultime settimane, che ha costretto la Provincia a tornare sui propri passi dopo aver rinunciato lo scorso novembre - a sorpresa - alla candidatura per il 2017.

La slovena Maribor, che avrebbe dovuto ospitare le olimpiadi universitarie invernali dell'anno prossimo, ha infatti rinunciato all'ultimo minuto preso atto del no del governo di Lubiana a causa della situazione finanziaria del Paese. Una motivazione, quella dei costi, che ricorre nelle decisioni di tanti Stati, basti pensare al recente contestato dietrofront del governo Monti alla candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020. Il passo indietro trentino dello scorso novembre, a soli dieci giorni dall'assegnazione delle Universiadi, era sembrato in fondo anticipatore di una linea improntata alla massima prudenza nell'organizzazione di grandi eventi: «In questo momento segnato da un particolare contesto economico - aveva spiegato la giunta provinciale - abbiamo ritenuto opportuno puntare sull'edizione 2019 a fronte del rilevante impegno finanziario che l'organizzazione avrebbe richiesto».

I costi erano stati stimati in 20 milioni di euro. La decisione aveva spiazzato la stessa Università di Trento e aveva sollevato dure reazioni a livello centrale da parte di Fisu (Federazione internazione sport universitari) e Cusi (Centro universitario sportivo italiano). «Una figuraccia per il Trentino», era stata bollata da più parti, e alla fine le Universiadi 2017 sono andate ad Almaty, Kazakistan, unica rimasta in campo. Nessuno poteva pensare che nel giro di pochi mesi la competizione avrebbe ripreso la strada del Trentino, e questa volta nel 2013.

Dopo il dietrofront sloveno, questa sembra essere l'ultima spiaggia per la Fisu, che per convincere la Provincia ha puntato molto sulla concomitanza con i mondiali di sci del prossimo inverno in val di Fiemme. In questi giorni si stanno completando le verifiche, il tempo stringe. È chiaro che se andrà in porto, quella trentina sarà un'edizione all'insegna della sobrietà, con costi molto più bassi di quelli preventivati per il 2017 tra alloggi per le delegazioni, rinnovamento di alcuni impianti sciistici, intervento sullo stadio del ghiaccio di Trento, conversione di strutture per renderle sostenibili sul piano energetico.

Si farà sostanzialmente con quello che già c'è, riducendo al minimo gli investimenti. Decisivi, nella scelta, saranno i calcoli sull'operazione dal punto di vista del ritorno economico per il turismo. Un forte rientro le Universiadi potrebbero garantirlo agli albergatori: tramontata l'ipotesi di coinvolgere lo studentato di San Bartolomeo, l'idea è di dirottare le delegazioni universitarie negli hotel sul territorio.













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