la storia

Una vita per salvare gli animali più deboli dall’abbandono

Franca Genetin: quando seguire gli animali, in particolar modo quelli più bisognosi, non è un hobby, ma una ragione di vita


Daniele Peretti


VALFLORIANA. Quando seguire gli animali, in particolar modo quelli più bisognosi, non è un hobby, ma una ragione di vita. Sin da piccola Franca Genetin con quel suo raccogliere e portare a casa ogni tipo di animaletto ferito preoccupava perfino sua mamma, tanto che le diceva spesso: “non so da dove vieni”. «Allora non si usava - racconta- si diceva che gli animali fossero capaci di cavarsela da soli e che se non ce la facevano interveniva la selezione naturale a togliere di mezzo i più deboli: ecco, a me erano proprio i più deboli che mi prendevano il cuore e che non lasciavo indietro».

Franca da trent’anni (andrà in pensione a dicembre) è dipendente comunale in qualità di operaia; prima, come tutte le ragazze della valle, aveva fatto la cameriera sempre a fianco degli animali.

Com’è la situazione della sua zona?

Non mancano gli abbandoni di cani specialmente sulla strada principale, ma il problema più grave sono i gatti: ce ne sono ovunque. In collaborazione con l’associazione Amici degli animali Val di Fiemme, li raccogliamo e li sterilizziamo ma non si riesce ad arrivare dappertutto. Ce li hanno lasciati davanti alla porta di casa o sul sagrato della chiesa, per fortuna li mettono dentro a delle scatole ed essendo piccoli non riescono ad uscire.

Sembra una situazione senza fine.

Qui da noi ci sono malghe e prati e magari si forma una colonia in quota che nessuno può raggiungere se non ce la segnalano.

È operativo un gattile?

All’inizio ne avevano uno provvisorio a Predazzo, poi nel 2017 ne abbiamo costruito un altro, in collaborazione con il Comune e la Comunità di Valle, a Ziano di Fiemme ed adesso la situazione è decisamente migliore.

Quanti gatti seguite?

Siamo arrivate ad averne ottanta, adesso saranno una sessantina senza considerare le adozioni dei cuccioli che lo scorso anno sono state ottanta. Poi ci sono le colonie, alcune delle quali ai margini delle case delle volontarie. Si debbono considerare anche i gatti, e ne abbiamo sempre, di persone morte che gli eredi non vogliono più, questo però è un problema comune anche ai cani.

Ha anche quelli?

E come potrei non averne? Nel tempo ne ho presi anche a Mantova ed a Bergamo, quasi tutti adulti e reduci da maltrattamenti, quindi cani problematici.

È mai partita per prenderne uno ed invece li ha presi tutti?

Certo e non una volta sola. La più recente è successa pochi anni fa. Con mio marito che per fortuna condivide questo mio amore per gli animali, andiamo a Mantova per prendere uno “spitz” da un allevamento abusivo che avevano chiuso, ma ci siamo trovati di fronte ad una situazione talmente disagiata che abbiamo preso i genitori ed anche i due figli.

Tra tanti cani, ce ne sono che non può dimenticare?

Beh tutti se li guardiamo dal punto di vista della gioia di salvarli e trovargli una famiglia, ma due in particolare ci sono.

Racconti.

Il primo è quello di una cagnolina di taglia media che abbiamo chiamato Megan, abbandonata perché aveva un comportamento strano. L’abbiamo presa e portata dal veterinario per scoprire che era completamente sorda e cieca da un occhio. Nonostante questo ha trovato una famiglia che l’ha adottata che comunica con lei unicamente a gesti ed ovviamente dev’essere tenuta sempre al guinzaglio o liberata in luoghi recintati, perché non sente i richiami.

Il secondo?

Sembra la storia del piccolo anatroccolo perché era un cane bruttissimo con le gambe storte, ultimo rimasto di una cucciolata proprio perché impresentabile. Andiamo a vederlo e sinceramente avevano ragione. L’unico a non essere d’accordo è stato il veterinario che ci ha detto subito che con le giuste cure le gambe si sarebbero potute raddrizzare e si sarebbe trasformato in un cane stupendo ed è stato così ed oggi è invidiato ed apprezzato.

Adottato quando era ancora brutto o dopo?

Anche questa è una storia da raccontare. Adottato nel suo periodo peggiore, da una famiglia che lo ha visto solo in foto perché era in vacanza. Sa cosa è stato decisivo?

Che cosa?

Il nome. Lo avevamo chiamato Vasco. La signora è una fan scatenata di Vasco Rossi e quando ha sentito il nome ha detto semplicemente: è mio. Tornata a casa lo ha preso e portato in famiglia.

Se chiude gli occhi cosa sogna?

Mi piacerebbe vincere una cifra importante con la quale farei qualcosa per i bambini ammalati e con gli altri soldi mi comprerei una casa indipendente con tanto terreno per tenere tutti gli animali possibili. Adesso i vicini mi sopportano non tanto per i due cani, quanto per la colonia felina che si è creata vicino a casa. Vanno e vengono, ma non a tutti piacciono i gatti ed alle volte diventa un problema avendo anche lo spazio verde in comune.

La colonia da quanti gatti è composta?

Non più di 13 perché alcuni se ne vanno e poi tornano.

A dicembre andrà in pensione, come cambierà la sua vita?

Spero che non cambi, nel senso che mi auguro di avere sempre la salute sufficiente per continuare a fare quello che faccio.

Tanto impegno, ma da sola non ce l’avrebbe mai fatta, c’è qualcuno da ringraziare?

Prima di tutto mio marito. Non abbiamo figli e lui ha condiviso sin da subito questa mia passione senza tirarsi mai indietro. Poi l’associazione Amici degli animali Val di Fiemme ed in particolare l’ultima presidente, Marzia Comini. Non si sono mai tirati indietro, mi hanno aiutata, pagate le spese di sterilizzazione e di cura. Sono il loro braccio operativo, ma mi aiutano sempre. A parte l’aspetto materiale, condividono con me gioie e dolori di una vita passata in strada ad aiutare gli animali più sfortunati.

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