Una task force contro la zanzara tigre

Nove operatori dovranno monitorare un centinaio di siti “sensibili”, altre due persone interverranno se necessario


di Matteo Cassol


ALTO GARDA. La Comunità Alto Garda e Ledro (che fungerà da capofila) e i sette Comuni dell'ambito di competenza metteranno in campo risorse umane (e di conseguenza finanziarie) per garantire interventi di monitoraggio e contenimento delle infestazioni estive della zanzara tigre. Questo perché il problema dell’infestazione assume connotazioni sempre più importanti anche in Busa e di conseguenza aumenta il disagio sia della cittadinanza sia dei turisti. Negli ultimi anni le singole amministrazioni comunali hanno provato ad affrontare il fenomeno con un proprio programma di monitoraggio conoscitivo del grado di sviluppo e diffusione dell’insetto, ma ora dopo una serie di incontri hanno deciso di aderire a un progetto di censimento unitario che vede nella collaborazione fra Comunità in convenzione con tutti i Comuni del territorio e il Museo Civico di Rovereto quale referente scientifico la possibilità di definire un “piano di monitoraggio” per uniformare sull’intero territorio i criteri di campionamento degli stadi d’infestazione dell’insetto e quindi attivare le necessarie pratiche di contenimento dell’infestazione.

Il piano individua un centinaio di siti sensibili da cui prelevare i campioni d’acqua da analizzare per desumere la presenza di uova deposte a cadenza settimanale per il periodo da maggio a fine ottobre: a questo scopo si procederà alla formazione e all'addestramento di nove giovani operatori "rilevatori" individuati attraverso una selezione con apposito bando. Oltre alla fase di monitoraggio il progetto prevede anche l'impiego di due operatori “senior” per interventi di controllo e limitazione dello sviluppo delle larve di zanzara tigre nei periodi e nelle zone segnalate dal censimento estivo. Saranno coinvolti due giovani di Arco, due di Riva, uno di Nago-Torbole, uno di Dro, uno di Drena, uno di Ledro e uno di Tenno. Il piano prevede che i giovani selezionati operino prelevando settimanalmente i campioni e li consegnino alla Comunità, che provvederà a recapitare il materiale al Museo Civico di Rovereto per le indagini. I dati saranno quindi resi disponibili su un sito web accessibile alle amministrazioni partecipanti per conoscere la situazione reale esistente e per consentire al personale incaricato dalla Comunità di guidare gli interventi di contenimento dell’insetto fino alla fine del periodo di presenza degli adulti (autunno). Le informazioni potranno perciò essere accessibili alla cittadinanza e alle categorie economiche più interessate dal problema: si parla di albergatori, operatori in discariche o in cimiteri, agricoltori, amministratori di condominio, giardinieri e così via.













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