Una nuova passerella per rendere il Brenta un fiume più sicuro

Inaugurata a Borgo: coniuga ingegneria e urbanistica Collega parrocchiale e Museo della guerra con i portici


di Marika Caumo


BORGO. Il Brenta ha la sua nuova passerella. Collega la zona della chiesa parrocchiale e il Museo della Guerra con i portici, la parte vecchia di Borgo, quella verso Corso Ausugum. E' stata inaugurata giovedì sera, di fronte ad un pubblico numeroso. Gente richiamata dalla luce della nuova struttura, che si staglia sul cielo buio e sulle acque placide del fiume, illuminandole. Ma anche dal rinfresco del Gruppo Alpini e dai canti del Coro Valsella.

«Abbiamo restituito a Borgo un attraversamento bello e decoroso. Una passerella dalla storia complessa», ha aperto il sindaco Fabio Dalledonne ricordando come era il 2010 quando la vecchia passerella, a 100 metri da quella attuale, fu tolta non senza polemiche. «Ci sono problemi per la sicurezza pubblica che vanno oltre tutto, oltre il fattore estetico, culturale, oltre i desideri. Abbiamo dovuto toglierla e rifarla poco lontano per una questione di sicurezza generale del paese».

La passerella, il cui costo a lavori ultimati si aggira sui 200mila euro, è, infatti, una delle diverse opere, finanziate dalla Provincia, realizzate in questo tratto di fiume per migliorarne la sicurezza idraulica e ridurre la soglia di rischio per il paese dalle piene bicentenarie. Dall'innalzamento degli argini al posizionamento delle barriere in vetro anziché muri in cemento, alle paratie mobili. A illustrarle il progettista, l'architetto Francesca Boneccher. «Si sono conciliati aspetti tecnici, economici, culturali. L'argine è stato spostato e la passerella è risultata più lunga e larga rispetto alla precedente- ha spiegato -.Abbiamo cercato di renderla il più leggera possibile, ad arco, con travi in ferro colorate di bianco in parte coperte dalla fascia di acciaio Corten. Ed è illuminata, per renderla più visibile». Si sono inoltre ricavati nuovi spazi. I lavori sono stati eseguiti, sotto l'occhio dei Servizi prevenzione rischi e Bacini montani, dalla ditta veneta Molon e, per la parte metallica, dalla Frainer di Roncegno. Ditte che, è stato ricordato, non hanno avuto vita facile: lo scorso maggio ad esempio mentre si stava lavorando sugli argini le forti piogge hanno innalzato le acque del Brenta ad un livello che non si toccava da ben 10 anni. Al progetto hanno partecipato anche il geologo Rodolfo Pasquazzo e l'ingegnere Amos Poli.

«Lavori nati per migliorare la sicurezza idraulica del fiume, che non era omogenea nell'intero attraversamento di Borgo. C'erano punti in cui i rischi erano diversi e si doveva raggiungere un livello di sicurezza superiore. E' stato fatto, ponendo attenzione ai dettagli. Da opera ingegneristica è diventata anche urbanistica», ha concluso l'ingegnere Gianfranco Cesarini Sforza, responsabile del Servizio prevenzione rischi.

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