Un viaggio assetato tra mille fontane sempre senz’acqua

«Dillo al Trentino». Il simbolo negativo dell’estate: il Nettuno. E alla stazione ferroviaria sono perennemente chiuse


di Serena Bressan


TRENTO. Fino a pochi giorni fa, la colonnina di mercurio a mezzogiorno segnava 29 gradi in città. Niente a che vedere, comunque, con l’afa che ha attanagliato Trento nel mese di agosto, quando tutti i passanti apparivano visibilmente appesantiti sotto la calura. Ma nelle ore più calde non si smette di cercare ristoro sotto i porticati o alle fontane cittadine. Sono almeno 20 le fontane nel centro storico, ma non sono tutte perfettamente funzionanti. A segnalarlo alla nostra rubrica “Dillo al Trentino” è stata la lettrice Maria nelle scorse settimane, raccontando di malfunzionamenti o spegnimenti delle fontane pubbliche in vari punti dell’area urbana: presso la stazione, in piazza Duomo, al Centro Santa Chiara, in Corso Tre Novembre e via Veneto. E, dopo un primo controllo ad inizio agosto, a distanza di oltre un mese la situazione non sembra essere di molto cambiata.

L’emblema della fontana senza acqua dell’estate 2012 è di certo la Fontana del Nettuno di piazza Duomo. Un monumento del ’700 simbolo del capoluogo trentino, un’attrazione per i turisti in visita che al momento non risulta essere valorizzata nel suo splendore architettonico, proprio perché spesso spenta. A sottolinearlo è anche Michele, turista bolognese in vacanza a Molveno con la famiglia che si è concesso una giornata nella città del Concilio: «È un peccato che la Fontana del Nettuno oggi fosse spenta, perché siamo venuti fin qui anche per vedere questo monumento - ha commentato - in ogni caso è un bene che ci siano piccole fontane nei dintorni del centro, in quanto credo che sia un forte segno di civiltà».

In effetti di fontanelle ce ne sono molte, partendo dalla Fontana dell’Aquila in piazza Duomo fino a piazza Venezia, passando di fronte all’Auditorium di via Santa Croce e arrivando al parco Santa Chiara. Queste ultime non brillano di certo per una manutenzione accurata, ma possono comunque essere utili alleati contro il caldo. Tra la fontana di via Veneto e quella di via San Marco il cerchio sembra chiudersi in positivo, se non fosse per le fontanelle della stazione ferroviaria che, purtroppo, sono perennemente chiuse. A dimostrarlo sono anche l’arsura del marmo con cui sono costruite e i rubinetti visibilmente arrugginiti.

«Sarebbe utile che le due fontane poste sul primo e il secondo binario funzionino, perché così i viaggiatori potrebbero abbeverarsi o riempire le loro bottigliette prima di salire sui treni, visti anche i costi elevati delle bottiglie d’acqua al bar», afferma Giulia, una ragazza siciliana in vacanza a Trento. A farle eco è anche Serena, studentessa di Lingue all’Università di Trento, ma originaria di Vasto in provincia di Chieti: «L’acqua di Trento è buona e, sin da quando sono arrivata qui quattro anni fa, mi hanno consigliato di berla dal rubinetto - racconta la studentessa universitaria - io stessa usufruisco delle fontane cittadine, ma non so quante ce ne siano e dove siano. Ritengo che sarebbe utile elaborare una mappa di tutte le fontane presenti in città, da fornire all’ufficio informazioni o da appendere nelle vie, cosicché possano essere più vissute dalla gente».

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