Un concerto storico: Sat e Sosat insieme

I presidenti Pedrotti e Zanotti: «Basta con le incomprensioni del passato, inizia un capitolo nuovo». L’evento il 15 febbraio


di Katja Casagranda


TRENTO. Hanno dato l’annuncio ufficiale ieri durante la presentazione pubblica in Sala Medievale di Palazzo Festi, in un evento che li ha visti per la prima volta in occasione pubblica di nuovo insieme attorno ad un tavolo i vertici del Coro della SAT e della SOSAT. E’ così che ieri i presidenti del coro della SOSAT Andrea Zanotti e il presidente del Coro della SAT Claudio Pedrotti, hanno voluto non solo presentare il concerto ma pure, pubblicamente, raccontare il percorso che ha portato a decidere di «Chiudere con il passato e con un’era, per aprire un capitolo nuovo - come dichiarato da Andrea Zanotti - Un capitolo che non ha già un cartellone di concerti appuntati, ma che da questo primo grande evento musicale, vuole percorrere una strada che possa intrecciarsi in uno spirito di collaborazione e solidarietà reciproca». Insomma se la storia è stata causa prima delle vicissitudini dei due cori storici e principali del Trentino, ecco che “l’onestà intellettuale della memoria storica” a cui Zanotti fa appello, ha permesso alle due realtà di voltare pagina e di condividere un palco così importante come quello di Auditorium Santa Chiara. Sarà quindi il 15 febbraio con inizio alle 20.30, la data da appuntare sul calendario, ma anche la data entro la quale affrettarsi a procurarsi i biglietti, in internet oppure nel solito circuito Primi alla Prima delle Casse Rurali aderente a Centro Culturale Santa Chiara. Il ricavato del concerto sarà devoluto in beneficienza dai due cori che aspirano unicamente a poter proporre il proprio repertorio, pur con quel proprio stile che a monte ha una scuola musicale differente e quindi un’evoluzione distinta. I cori hanno stilato sotto la guida del maestro Roberto Garniga un programma che vede l’alternarsi in sei brani a testa scelti nella tradizione storica a cui seguono invece altri sei canti a testa scelti fra gli autori che mostrino l’evoluzione e lo stile moderno delle due realtà SAT e SOSAT. Fra passato e futuro i due cori hanno scelto di interpretare un solo brano in comune “La Montanara” eseguita prima da uno e poi dall’altro coro «rigorosamente nella versione depositata alla Siae di Luigi Piagarelli» ci tiene a precisare Mauro Pedrotti. Sebbene le due anime dei cori sapranno tingere di colori differenti le sfumature emozionali dell’esecuzione. Per Trento e per i trentini questo è sicuramente l’evento del 2014, quella a cui non mancare, un evento che ha richiesto grande volontà ma anche tanti momenti di incontro e di riflessione da cui scaturisce un testo congiuntamente approvato in cui non solo si ripercorre la storia dei due cori, ma si fanno anche considerazioni che sfociano nella battuta di Claudio Pedrotti, sollecitato dai giornalisti nel capire quale scoglio fosse così insormontabile per aver impiegato quasi settant’anni per superarlo «Quando Trento fu liberata dal fascismo che aveva sciolto il Coro SOSAT allontanate le personalità dei fondatori di cui Nino Peterlongo identificato come esponente socialista nazionale e quindi lontano dalle ideologie di regime, dopo la formazione quindi del Coro della SAT con gli elementi medesimi ma un altro direttivo, ebbene ricreando il Coro SOSAT ci fu un cortocircuito tra personalità che non vollero incontrarsi. Tanto che un motivo specifico è difficile da trovare…». E la storia ricorda «L’identità popolare trentina, così legata alla montagna, prende corpo nel 1921 con la creazione per opera di Nino Peterlongo della Sezione Operaia Alpinisti Trentini. Nel 1926 convinse alcuni giovani cantori di talento a debuttare pubblicamente con il nome di Coro della SOSAT, il primo matrice di tutta la coralità alpina. Guardano oggi in particolare a quell’evento fondatore la loro propria stessa identità, sia il Coro della SAT che il Coro della SOSAT». Questo uno stralcio dal documento condiviso mentre il 15 febbraio sarà la musica a chiudere il cerchio di un evento unico da vivere, anche perché non è prevista registrazione della serata su supporto audio o video.













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