il dramma 

Ucciso dall’auto pirata: è caccia a una Punto

Un testimone che seguiva la Fiat parla di un veicolo di colore blu o scuro. La polizia stradale sta visionando i filmati di più telecamere nella zona


di Luca Marognoli


TRENTO. Non si commette un delitto senza lasciare tracce. E il conducente dell’auto pirata che lunedì sera, poco dopo le 19, a San Michele all’Adige, ha investito il dottor Fabio Cappelletti, 62 anni, causandone la morte, per poi darsi alla fuga, di tracce ne ha lasciate. Negli occhi di altri automobilisti presenti sulla scena del sinistro. Nelle registrazioni video delle telecamere, più di una e anche a una certa distanza dal luogo del sinistro, acquisite dalla polizia stradale. E per terra: uno specchietto retrovisore di plastica nera. Che apparterrebbe ad un’utilitaria Fiat, molto probabilmente una Punto, di colore blu o comunque scuro.

Le officine. Gli agenti guidati dall’ispettore Edoardo Tallandini, comandante del distaccamento di Predazzo della stradale, che ha eseguito i rilievi del tragico sinistro, stanno lavorando in due direzioni. Alla visione delle registrazioni (che comunque sarebbero complesse da interpretare a causa della nebbia e del buio) si affiancano le verifiche presso le officine, le ditte di autorecuperi e i negozi di ricambi: si cerca una persona che nelle ultime ore si sia presentata per acquistare lo specchietto di ricambio. Specchietto che, tra l’altro, non sarebbe stato utile per risalire al colore della vettura, perché non verniciato (probabilmente l’allestimento non prevedeva questo optional).

I testimoni. Nella giornata di ieri sono state raccolte diverse testimonianze, ora al vaglio degli agenti e della Procura. Le più significative sarebbero quella di un altro automobilista che seguiva la vettura del pirata e quella di un residente nella zona che l’avrebbe vista fermarsi e ripartire dopo l’incidente: entrambi parlano di una Fiat Punto scura. Gli investigatori invitano chiunque avesse altri elementi a telefonare alla questura di Trento (0461/899511) e a chiedere della polizia stradale o dell’ufficio infortunistica.

La dinamica. Nel frattempo la dinamica dell’incidente è stata in gran parte ricostruita. Seppure con alcuni elementi che dovranno essere sottoposti ad ulteriori approfondimenti. Secondo la polizia stradale di Predazzo non ci sarebbero testimonianze dirette del primo investimento. Attorno alle 19.10 il dottor Cappelletti viene però notato da una persona a bordo strada, mentre si appresta ad attraversare la statale per rincasare. Persona che però non assiste all’impatto, sentendone solo il rumore. Quando si volta l’auto investitrice è già oltre il suo campo visivo: la testimonianza è quindi utile solo per fissare l’ora precisa dell’incidente.

Pochi secondi. Sembra comunque che il dottor Cappelletti cerchi di attraversare la strada in sella alla bicicletta e non spingendola a mano. Colpito dalla macchina del pirata, il 62enne viene sbalzato sulla carreggiata opposta dove un’altra vettura, un’Audi A3, lo travolge trascinandolo per alcuni metri. Sempre stando alla polizia, tra il primo e il secondo investimento trascorrono pochi secondi: quando il conducente dell’auto tedesca arriva, il ciclista è già a terra e la frenata inizia - sembra - a impatto avvenuto, probabilmente subito dopo. Non ci sarebbero inoltre tracce di sbandamento da parte della vettura, il che fa presumere, appunto, che tutto sia avvenuto in un lasso di tempo molto breve, che ha impedito una reazione tempestiva.

I limiti di velocità. All’inizio del rettilineo che da Trento porta a Grumo c’è un cartello con i 70 all’ora, che scendono a 50 in corrispondenza dell’abitato, dove è avvenuto l’incidente. Accertamenti saranno effettuati anche per capire se l’Audi rispettasse tale limite e mantenesse la velocità prudenziale da adottare in casi di pioggia e scarsa visibilità.













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