Ubriaco con la bicicletta: assolto

Cadde a Borgo Sacco, ma nessuno l'aveva visto pedalare


Giuliano Lott


ROVERETO. Un paio d'anni fa la pattuglia dei vigili urbani venne chiamata a Borgo Sacco a rilevare un incidente. Per terra c'era un uomo, Salvatore Antonio Bianco, e vicino a lui una bicicletta. Bianco era ubriaco fradicio, anche se sosteneva di aver bevuto «solo una birra al bar qui davanti». Non era solo l'alito vinoso a tradire lo stato di ebbrezza, l'uomo non riusciva nemmeno a reggersi in piedi. La vigilessa non ebbe dubbi: per lei si trattava di guida in stato di ebbrezza e così Salvatore Antonio Bianco si ritrovò una salata multa e una denuncia penale sul groppone. Ieri però, al processo, le cose hanno preso una piega inaspettata.

Interrogando la vigilessa che aveva steso la contestazione sul verbale, è emerso che nessuno aveva visto Bianco pedalare. Certo, l'uomo sapeva di alcol come una damigiana, ma essere brilli, di per sè, non è reato e per quello che era possibile accertare in quel momento a Sacco si poteva solo dire che l'uomo era a terra con la bicicletta. Non si può affermare con certezza che la stesse guidando prima di cadere, magari la stava solo spingendo ed era caduto, ipotesi più che verosimile dato il tasso alcolico esagerato.

Così il difensore, l'avvocato Rolando Landucci, ha avuto buon gioco nel sostenere che si trattava di accuse prive di uno straccio di prova. Infatti il giudice Corrado Pascucci ha assolto Bianco con formula piena: «per non aver commesso il fatto».













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