il caso

«Turismo? Manca un piano di sviluppo»

Bort (Unione albergatori): «Serve una strategia condivisa». Rigotti (Asat di Trento): «16 Apt sono troppe. Ne bastano 10»


di Luca Pianesi


TRENTO. «Il modello di turismo trentino deve cambiare: dobbiamo riuscire a fare rete e collegare di più la nostra offerta all’ambiente che ci circonda, all’agricoltura e alle risorse del territorio. Per riuscirci, però, ci serve una guida, una strategia condivisa ma ad oggi, onestamente, dalla Provincia arrivano ben poche risposte». E’ il presidente degli albergatori dell’Asat di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi Natale Rigotti a parlare e ad inserirsi così nel dibattito sul futuro del turismo aperto ieri sul Trentino dal direttore Alberto Faustini con il fondo intitolato “Turismo, o adesso o mai più”.

«Un articolo perfettamente condivisibile - spiega Rigotti - perché è vero che manca un orizzonte chiaro verso il quale dirigere il comparto. Per esempio: otto anni fa nella nostra area di competenza (Trento, Bondone, Valle dei Laghi) i bed and breakfast erano una cinquantina; oggi sono circa 200. Bisognerà aprire una discussione su come rimodulare l’offerta, su come riuscire a fare rete, a fare squadra tutti insieme: albergatori, famiglie, ristoratori; ma anche cantine, musei, negozi, l’università e quanti propongono i sevizi».

E per fare squadra la parola d’ordine non può che essere “stare uniti”. «Cosa che purtroppo non siamo - prosegue Rigotti - si pensi alle Apt. A cosa servono 16 Apt oggi? Ne basterebbero una decina. L’Apt di Trento, per esempio, dovrebbe fondersi con quella di Rovereto perché le due città devono vivere più in simbiosi. Il Mart fatica a riprendersi mentre il Muse va alla grande. Si deve pensare a strategie di sviluppo comune». Una discussione, quella sul turismo che inevitabilmente coinvolge anche la questione che ruota attorno alle infrastrutture. Per il presidente dell’Asat di Trento una scommessa da rendere il prima possibile realtà è quella dell’alta velocità del Brennero. «Che la nostra politica deve sbrigarsi a completare - conclude - così in due ore i turisti tedeschi potranno venire in Trentino comodi e senza alcuna problematica».

E sul tema s’inserisce anche il presidente dell’Unione albergatori del Trentino Giovanni Bort: «Le infrastrutture sono fondamentali per rendere più appetibile la nostra offerta turistica. Per esempio le due ore di coda che ci sono state sempre, quest’estate, tra Rovereto e Riva sono un problema che va affrontato seriamente. E la politica deve essere brava anche a guidarci verso orizzonti più moderni. La sfida del web, per gli albergatori oggi è prioritaria e dobbiamo sviluppare tecnologie che rendano più appetibile la nostra proposta. Insomma diamo per scontato che il turismo vada comunque avanti. Invece necessita di una guida e di una strategia condivisa. La scommessa è sulla qualità del turismo che va di pari passo con quello dell’agricoltura».













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