il convegno di lilt e armet

Tumori infantili, 6 casi nel 2012

Spesso si tratta di leucemie. Cristofolini rassicura sulle mele



TRENTO. In Trentino si contano ogni anno fra i 15 e i 20 casi di tumori infantili, più della metà sono leucemie, i restanti interessano il sistema nervoso centrale, seguono sarcomi, linfomi, neuroblastomi. Si è parlato ieri mattina, in un convengo organizzato in Sala Rosa della Regione da Lilt e Armet, delle prospettive di questo tipo di patologie e delle relative terapie. La casistica a livello nazionale e locale presentata ieri risulta in sostanza stabile come numero di casi mentre aumenta la sopravvivenza dei pazienti e la qualità della loro vita. Nel 2012 in Trentino sono stati finora accertati 6 nuovi casi di bambini affetti da patologia tumorale. Il tasso di incidenza tra bambini e adolescenti è pari a circa 120- 130 nuovi casi all'anno su 100.000 soggetti. Le cause dei tumori infantili sono ancora poco conosciute. I dati esistenti suggeriscono che esposizioni ambientali, occupazione dei genitori fumo passivo, esposizione a farmaci, trattamenti diagnostici terapeutici o agenti infettivi possono aumentare il rischio di patologie tumorali. Emerge anche che i tassi di incidenza dei tumori infantili sono in lieve aumento del 2% negli ultimi decenni, questo dato è stato messo in relazione dagli esperti con i cambiamenti nello stile di vita e nell'esposizione ad una varietà di agenti. Il presidente della Lilt, il dottor Mario Cristofolini, ha rassicurato i presenti circa la polemica sulla paventata maggiore incidenza di leucemie infantili in val di Non, legata ai pesticidi, questione sollevata a “Porta a porta”. «Non esistono evidenze di questo tipo. I consumatori possono quindi mangiare la frutta e le mele tranquillamente» ha chiosato il presidente. La dottoressa Di Palma, oncologa pediatrica di Trento, ha dato alcune percentuali: il 41% dei bambini malati risiede a Trento, il 17% in Valsugana, il 13% in val di Non. Un tema che è stato trattato con particolare rilievo è la protonterapia. Maurizio Amichetti, direttore medico della protonterapia trentina, ha voluto insistere sul fatto che vi sono studi che dimostrano i vantaggi in termini di ridotta radiazione sui tessuti sani e quindi di danni collaterali, ottenuti grazie al trattamento innovativo che dal 2014 dovrebbe essere disponibile anche a Trento. (m.d.t.)













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