Truffa e peculato, arrestata Luisa Zappini 

L’ex dirigente ai domiciliari, potrebbe reiterare il reato o inquinare le prove Contestati 40 episodi: uso improprio dei permessi 104 e dell’auto di servizio


di Mara Deimichei


TRENTO. La squadra mobile ha bussato alla porta dell’appartamento di Luisa Zappini alle 6.45 di ieri mattina e in mano i poliziotti avevano un’ordinanza di custodia cautelare. Accusata di peculato e truffa ai danni della Provincia, la 53enne ex dirigente del Cue, la centrale unica per le emergenze, è ora agli arresti domiciliari. Un provvedimento chiesto dal sostituto procuratore Marco Gallina e autorizzato dal gip Claudia Miori che individua nella possibilità di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove, le ragioni della misura restrittiva.

L’inchiesta è quella iniziata a fine gennaio dopo un’interrogazione che era stata presentata in consiglio provinciale dal Movimento 5 Stelle, e di cui il Trentino aveva dato notizia in esclusiva. Un’interrogazione nella quale Luisa Zappini era accusata di aver usufruito in almeno tre occasioni dei permessi previsti dalla legge 104 per assistere un familiare, mentre in realtà sarebbe andata in un’occasione in vacanza alle Maldive, a Parigi la seconda volta, e avrebbe presieduto il seggio per le elezioni del Collegio Ipasvi nella terza occasione. Questo il punto di partenza che ha portato ad una mole importante di accertamenti e di controlli incrociati tanto che nell’ordinanza sono oltre 40 le contestazioni che vengono mosse all’ex dirigente che proprio in questi giorni avrebbe dovuto fare ritorno al lavoro. Un ampio periodo quello analizzato dai poliziotti: dal 2013 all’inizio del 2018.

Ventisette gli episodi legati all’ipotesi di truffa con i permessi 104: Zappini risultava a casa per assistere un famigliare ma, secondo l’accusa, era altrove. Insomma avrebbe utilizzato il permesso - previsto per legge quando ci sia una necessità di cura - per fare altre cose, non andando al lavoro.

Come sono arrivati gli investigatori a trovare le ulteriori contestazioni? Con una serie di attività come quelle relative alla localizzazione della donna utilizzando le celle telefoniche e poi analizzando i passaggi ai caselli autostradali. Poi ci sono alcuni episodi in cui l’ex dirigente - che per lunghi anni è stata anche presidente del collegio Ipasvi cui fanno riferimento gli infermieri della provincia - sarebbe risultata formalmente al lavoro ma invece si sarebbe trovata in altri luoghi, lontano dal suo ufficio. E non per ragioni di servizio.

Quindi c’è l’accusa - anche questa molto pesante - di peculato. E sarebbe relativa all’utilizzo della macchina della centrale unica delle emergenze. Per il suo incarico aveva a disposizione una Fiat Bravo da utilizzare solo per lavoro. Ecco, secondo l’accusa la donna sarebbe stata al volante di quella macchina anche in orari diversi da quelli legati al suo lavoro. E con quella macchina sarebbe andata, non in missione, ma a Rabbi, a Verona e Brescia. Questo il quadro accusatorio al quale Zappini, con il suo legale Nicola Stolfi, è pronta a rispondere, contestazione dopo contestazione. Un quadro accusatorio che secondo il gip è abbastanza grave da portare ad un’ordinanza di custodia. Ai domiciliari, ma sempre di arresto si sta parlando.

Come detto le ragioni che motivano la misura, sono nel senso della possibilità che l’ex dirigente possa reiterare il reato («reiterazione delle condotte e particolare intensità delle stesse», si legge) e possa inquinare le prove. Su questo aspetto c’è in particolare quando riferito da due dipendenti della Provincia sentite dagli inquirenti. Che hanno raccontato come, uscita la notizia della indagine, fossero state convocate dall’ex dirigente. Che aveva parlato con loro in particolare del permesso 104 del 27 novembre 2017. Quel giorno - al centro anche dell’interrogazione del M5S - Zappini risultava presiedere le elezioni per il collegio Ipasvi, ma al tempo stesso risultava in permesso 104. Ecco, le due dipendenti avrebbero spiegato che l’ex dirigente avrebbe spiegato come in quel caso ci fosse stato un errore - senza imputarlo direttamente a una o all’altra - e che le sue indicazioni erano state di inserire il 27 come giorno di ferie, mentre del permesso previsto dalla legge 104 aveva giovato il giorno 24. A quel punto una delle impiegate avrebbe usato il modulo Tsk6 per correggere l’errore. Certamente l’episodio che appare più stridente è quello del febbraio 2015. I tabulati interni di riepilogo delle ore di servizio della Cue riporterebbero Luisa Zappini nei giorni lunedì 23, martedì 24 e mercoledì 25 in permesso ex legge 104. Lo stesso varrebbe per i giorni lunedì 2 marzo e martedì 3 marzo 2015. L’ex dirigente però in alcune mail inviate in quei giorni, nel periodo tra il 23 febbraio e il 3 marzo 2015, a tre diversi interlocutori avrebbe scritto di essere stata in vacanza. Alle Maldive.

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