valsugana

Troppo chiasso: il Comune «silenzia» il bar

Ospedaletto rischia di perdere l’unico bar aperto anche di sera, diventato un punto di aggregazione prezioso, se non l’unico


Daniele Peretti


OSPEDALETTO. Il paese rischia di perdere l’unico bar aperto anche di sera, diventato un punto di aggregazione prezioso, se non l’unico.

Si tratta del Bar Matrix 2.0 di via Roma 4 “silenziato” dall’amministrazione comunale, tramite un’ordinanza dello scorso 15 dicembre, dalle 22 fino alle 8 della mattina. Nell’ordinanza si legge l’ordine: “…di non svolgere all’interno del suddetto, schiamazzi, alcuna attività musicale non autorizzata e produrre o lasciare produrre rumori e suoni di qualunque specie, grida, schiamazzi. A tale limitazione è pure soggetto l’uso degli apparecchi radio e televisivi, strumenti musicali e simili”. Di fatto un obbligo di chiudere l’attività alle 22. E le possibili sforature di orario sono sanzionabili con multe che vanno da 2 mila a 20 mila euro.

Daniel Orsingher gestisce il Bar Matrix 2.0 dal maggio di quest’anno: «I problemi sono iniziati dopo nemmeno un mese dall’apertura, con i vicini che chiamavano ripetutamente, anche nell’arco della stessa serata, i carabinieri per presunti schiamazzi da parte di qualche avventore seduto ai tavoli esterni. Poi a luglio l’episodio più grave: una vicina di casa ha gettato dalla finestra un secchio d’acqua addosso ad un cliente, che ha preferito non sporgere denuncia anche se ne avrebbe avuto pienamente titolo. Anche quell’episodio è comunque noto alle forze dell’ordine». E da questo momento la situazione è entrata in un vicolo cieco.

Il bar, al civico 4 di Via Roma, è attivo dal 2007 e chi a suo tempo ha comprato casa nello stesso fabbricato, lo ha fatto ben sapendo dell’esistenza del locale e , come ci ha detto Daniel Orsingher che abita a Caldonazzo, il proprietario dei muri al momento della sottoscrizione del contratto non ha fatto cenno a nessun problema di convivenza con il resto del condominio. “Anzi, ha giocato al rialzo e l’affitto che stiamo pagando è di 650 euro Iva esclusa al mese. Se avessimo saputo che qualcosa non andava, non avremmo firmato un contratto così onerose».

Dopo l’episodio della secchiata d’acqua, il sindaco Edy Licciardiello ha convocato le parti per cercare di trovare un accordo in modo bonario. Ma «non è stato possibile arrivare ad una mediazione. Ho chiesto delle deroghe per poter organizzare delle serate a tema se non oltre la mezzanotte, almeno fino alla chiusura, ma non mi è stata data nessuna certezza». Nel mese di agosto sono stati costanti i controlli dei carabinieri e la situazione si è complicata ulteriormente a fine mese, quando ignoti hanno lanciato un grosso petardo contro il fabbricato. È finito addosso ai contatori del gas. Sono intervenuti vigili del fuoco e forze dell’ordine e tutto si è concluso senza danni particolari, ma ovviamente la tensione è salita ancora.

«Matrix è l’unico bar del paese a chiudere a mezzanotte. Per cercare di coinvolgere la gente, non potendo organizzare serate ho fatto l’abbonamento a Sky e alle altre piattaforme televisive in modo che in occasione delle partite ci si potesse ritrovare nel bar, ma con l’ordinanza che mi è stata recapitata che mi obbliga a silenziare il locale alle 22, non posso nemmeno far vedere le partite fino alla fine. A questo punto l’unica prospettiva è quella di cessare l’attività: sinceramente non vedo molte altre soluzioni».

Su che basi è stata emessa l’ordinanza?

«In attesa dell’esito dei sondaggi condotti dall’Appa che è stata fatta intervenire dal Comune. Ho chiesto ad entrambi, ma mi hanno detto che prima di fine gennaio non si saprà nulla».

In effetti nell’ordinanza si legge: “In attesa dell’esito della misurazione fonometrica da parte dei competenti uffici dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e dell’adeguamento alla normativa vigente dei locali da parte del titolare, di adottare in via cautelare e provvisoria il presente provvedimento al fine di tutelare il diritto alla salute di cui sopra».

È bastato che un vicino abbia presentato un certificato con il quale dichiarava di essere soggetto a rischio per far scattare il provvedimento.

Quella di Ospedaletto è una di quelle situazioni nella quale tutti hanno ragione e qualsiasi soluzione si possa trovare si finisce per danneggiare qualcuno.

Quello che è certo è che l’unico bar del paese che può essere un riferimento serale per i residenti (l’altro chiude alle 18, gestito da una signora prossima alla pensione) rischia di chiudere. «È bastato solo che il passaggio dei carabinieri fosse frequente per far calare la clientela e già questo è un primo danno. Sarà anche una voce da bancone, ma in paese si dice che il comune voglia aprire un locale vicino alla Famiglia Cooperativa da dare in gestione come bar. E in paese non c’è certo spazio per più di un locale. Sarà una voce infondata, ma potrebbe anche essere vera».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 













Scuola & Ricerca

In primo piano