«Troppi trasgressori»: la Sat di Mori taglia i cavi

La ferrata di Montalbano è frequentata nonostante la chiusura per i lavori La scelta di eliminare i cordini per scoraggiare (e tutelare) gli escursionisti


di Michele Stinghen


MORI. Troppi trasgressori e la Sat di Mori trancia i cavi. Per la ferrata di Montalbano ancora non ci sono certezze sulla riapertura (si stanno concludendo le analisi e la perizia geologica), nei giorni scorso però la sezione moriana ha preso una decisione definitiva, per evitare che gli escursionisti continuino a salire nonostante l'ordinanza. Sono stati tolti i primi metri di cavo d'acciaio, sia alla partenza che alla conclusione del percorso. Ora non è proprio possibile accedere al percorso, a meno che non si sia arrampicatori provetti o non si voglia cacciarsi davvero nei guai.

«Dovevamo farlo fin da subito - commenta la presidente della Sat di Mori, Ester Pisetta - ma contavamo in tempi più rapidi per la messa in sicurezza, ed in un maggior rispetto da parte degli escursionisti. Invece così non è stato, e abbiamo tolto i primi dieci metri di cavo, sopra e sotto. Anche perché con l'andare del tempo i pericoli aumentano».

Nonostante le ripetute segnalazioni (Internet, cartelli sul sentiero, avvisi sulla stampa specializzata) la gente continuava a salire. Durante la chiusura si sono verificati anche alcuni incidenti, per fortuna non gravi; questi hanno comunque costretto il soccorso alpino ad intervenire. La ferrata, chiusa, è priva però di manutenzione, e diventa più pericolosa (i cavi potrebbero essere meno tesi, i pioli diventare malfermi) e la Sat ha deciso di “tagliare la testa al toro”, su consiglio degli stessi soccorritori. «Ogni settimana i nostri volontari salgono e controllano, spesso devono riposizionare le ordinanze: più volte sono state strappate - ammette la presidente Pisetta - ogni settimana telefonano in sezione, anche da fuori regione, per chiedere se la ferrata è aperta, ed ogni volta dobbiamo invitarli a cambiare meta. Però non basta, tanti se ne infischiano dei cartelli e dell'ordinanza. Ora siamo più tranquilli». Non si sa invece quando la ferrata verrà riaperta. I rilievi geologici sono cominciati in marzo, e sono in dirittura d'arrivo. Per evidenziare i punti di frattura nella roccia ed i luoghi a rischio crollo i geologi hanno usato le tecnologie più avanzate, tra le quali i rilevamenti della temperatura della roccia, a distanza. Nel giro di qualche settimana arriveranno i risultati definitivi . «A quel punto, alla luce dei dati, ci siederemo attorno ad un tavolo, con il Comune, per decidere quali interventi fare, con quali fondi e a quale tipo di impresa affidarli», spiega la presidente della Sat di Mori Ester Pisetta. Gli escursionisti e gli appassionati di ferrate dovranno mettersi il cuore in pace: la riapertura della “Ottorino Marangoni” non è dietro l'angolo.

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