TRENTO. La scena è purtroppo simile ad altre registrate in città in questi ultimi mesi. Scene dove i personaggi sono ragazzini, minorenni che si comportano come adulti. E imitando comportamenti negativi assunti chissà dove, si trasformano in rapinatori. L'ultimo episodio è avvenuto sabato sera, attorno alle 19. Vittime due quindicenni che sono stati rapinati di un telefono cellulare e di una bicicletta mentre si trovavano nei pressi della fermata del trenino della Valsugana al parco di Gocciadoro. I due sono stati avvicinati da una «babygang» un gruppo formato da sei loro coetanei (o di pochi anni più «vecchi») che hanno iniziato ad aggredirli verbalmente e poi li hanno spintonati. Il tutto per arrivare a derubarli. Ad uno hanno preso lo zaino e da lì hanno prelevato il telefono cellulare, all'altro hanno portato via la bicicletta. «Fieri» del loro bottino se ne sono andati via velocemente, sono scappati. I due derubati li hanno seguiti fino ad una recinzione che i sei hanno cercato di superare anche con la bicicletta. Missione, questa fallita, e così la due ruote è stata abbandonata e quindi è stata recuperata dal legittimo proprietario. Diverso, invece, il destino del cellulare. Ai due ragazzini non è rimasto altro da fare che chiamare i propri genitori i quali a loro volta hanno avvertito le forze dell'ordine. nei mesi scorsi erano stati segnalati altri episodi simili a quest'ultimo. E c'erano state anche importati indagini da parte delle forze dell'ordine che avevano stretto il cerchio ad alcuni di questi ragazzini che con un atteggiamento prevaricatore mettevano in condizione di paura i coetanei. Atteggiamenti che poi si concretizzavano con episodi di bullismo e rapine dove non era tanto il bottino la cosa importante quanto piuttosto il fatto di provocare un sentimento di paura nell'altro. Il frutto di questi «colpi» erano solitamente buoni pasto, pochi spiccioli, occhiali da sole e, al massimo, telefoni cellulari.

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