Trento, negano l'alcol ai clienti: baristi aggrediti

Due ubriachi sono entrati al «Posta». Bottiglia rotta usata come coltello


Mara Deimichei


TRENTO. Rischiare la vita e subire un'operazione di oltre due ore per essersi rifiutati di dare da bere a due ubriachi. È successo venerdì sera in via Roccabruna e a pagarne le spese sono stati il titolare ma soprattutto il barista del Posta. Il primo ha visto la scheggia di vetro passare a pochi centimetri dall'aorta, il secondo ha rimediato un profondo taglio al braccio ed è in ospedale. «Mai vissuto una cosa simile» racconta Daniele Sega dal suo letto del reparto di ortopedia del Santa Chiara mentre il gestore del locale pubblico Paolo Molinari finisce di firmare le carte per la denuncia dai carabinieri. Tutto è successo in pochi minuti e non nel cuore delle notte, ma poco dopo le 22 di venerdì sera. «Nel locale c'era poca gente - spiega Molinari - anche a causa del temporale che ha spinto poche persone ad uscire. Ad un certo punto sono entrati due, entrambi alterati». Chiedono di avere altro alcol da bere, voglio proseguire la serata, ma il barista si rifiuta. «E non per chissà quale ragione - racconta ancora Molinari - ma perché è previsto che davanti ad una persona già alterata dall'alcol il barista debba rifiutare di servire altro da bere». La reazione dei due è repentina e inattesa. Uno allunga la mano e dal bancone prende una bottiglia di Campari e una di Aperol ed entrambi cercano di guadagnare l'uscita. «Io e Daniele - spiega ancora Molinari - li abbiamo seguiti. Sono riuscito a riprendere l'Aperol ma quando siamo arrivati all'esterno uno ha rotto l'altra bottiglia e l'ha usata contro di noi come un coltello». Daniele Sega è stato preso al braccio sinistro e la scheggia di vetro gli ha provocato un taglio profondo. Il collo di Molinari è invece stato lambito dal collo della bottiglia. «Sono stato molto fortunato - ripete più volte Paolo Molinari - peggio è andata al mio collaboratore che è stato operato nella notte». I due scappano ma intanto viene dato l'allarme e dopo un'ora i carabinieri fermano Youssef Fahdy, 30enne nato a Trento e residente a Flavon. Viene immediatamente arrestato con l'accusa di rapina e di lesioni mentre proseguono le ricerche dell'altra persona - anche questa di origine maghrebina - che è riuscito a scappare.

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