Trento: Maroni «risarcisce» i quattro eroi della Val di Fassa

Medaglia d'oro consegnata dal ministro: «L'Italia vi dice grazie»


Luca Petermaier


TRENTO. «Questo è un piccolo, postumo, risarcimento per il coraggio dimostrato dalle vittime e per il dolore che i loro famigliari hanno dovuto affrontare». Il ministro dell'Interno Roberto Maroni - dopo la breve contestazione subita dagli studenti universitari al suo arrivo a Trento - affida a queste parole la gratitudine dello Stato per il sacrificio degli eroi di Santo Stefano, quegli «angeli» del Soccorso alpino fassano che ieri hanno ricevuto la medaglia d'oro al valor civile. Fu proprio il ministro, poche settimane dopo la tragedia della val Lasties costata la vita a Erwin Riz, 32 anni; Alessandro Dantone, 39 anni; Diego Perathoner, 42 anni e Luca Prinoth, 43 anni a sollecitare il Capo della Stato Giorgio Napolitano a concedere ai quattro membri del soccorso alpino - travolti da una valanga durante un soccorso - il massimo riconoscimento civile. Una richiesta che - dice oggi Maroni - «il Presidente della Repubblica ha accolto subito, abbreviando tutte le procedure burocratiche che di solito accompagnano questi premi». Ieri all'Auditorium Santa Chiara il ministro (contestato all'entrata da alcuni studenti) ha portato il «grazie» della Repubblica Italiana, lodando l'abnegazione dei volontari trentini come di quelli italiani, ricordando che «è grazie persone come loro, capaci di rischiare la vita per un semplice "grazie" - che il sistema della protezione civile ci è invidiato in tutto il mondo». Concetti ribaditi, poi, a margine della cerimonia quando, rispondendo alle domande dei giornalisti, il capo del Viminale ha ricordato che «le imprudenze, di solito, non vengono commesse dai soccorritori, ma da chi viene soccorso», e che «la morte dei quattro ragazzi della val di Fassa deve essere un monito per tutti. Le regole della prudenza vanno rispettate sempre, non solo sulle strade ma anche in montagna. Se c'è anche il minimo dubbio è meglio non avventurarsi visto che si rischia di mettere in pericolo non solo la propria vita ma anche quella dei soccorritori». La consegna delle medaglie ai famigliari («ho visto nei loro occhi - ha dichiarato Maroni - il dolore per la tragedia ma anche l'orgoglio di essere parenti di questi eroi») ha riportato a galla il rapporto stretto e intenso tra la montagna e i trentini e soprattutto i valori che la montagna sa trasmettere agli uomini, quei valori che il presidente Lorenzo Dellai ha riassunto così: «Onestà, laboriosità e generosità, tutti sentimenti che dovrebbero rappresentare la bussola per tutto il paese». Il presidente della Provincia ha lodato tutto il sistema del volontariato trentino definendolo un «giacimento di speranze per il futuro» e ricordando che, davanti a sé, il ministro Maroni aveva «la parte migliore della nostra terra». Toccanti e commossi (dopo quello del sindaco di Trento Alessandro Andreatta) sono stati gli interventi del sindaco di Canazei Mariano Cloch e di Campitello Renzo Valentini e, infine, quello di Piergiorgio Baldracco, presidente del Corpo nazionale del Soccorso alpino premiato anch'esso con la medaglia d'oro. Per ricordare i volti, le gesta e il coraggio delle quattro vittime è stato proiettato un filmato che ha ripercorso la tragedia di Santo Stefano 2009 e proposto le voci dei protagonisti sopravvissuti (e anch'essi premiati) Martin Riz («una vita da salvare è tutto»); Sergio Valentini («soccorrere è un nostro dovere») e Roberto Platter. Poi è stato l'abbraccio dei presenti, la commozione delle famiglie ma anche la gioia di vedere che lo Stato (stavolta) non ha dimenticato e che - comunque sia - la grande famiglia del Soccorso alpino non dimenticherà mai questi suoi coraggiosi figli.













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