Trento: liceo Da Vinci, domenica speciale a scuola

Dibattiti, tante idee e un grido: «Non siamo il liceo degli scandali»



TRENTO. Mancava solo il trillo della campanella al Liceo Da Vinci. Tanti infatti gli studenti, ma anche i genitori, intervenuti ad animare la grigia mattinata nella quale si è svolta la prima assemblea d'istituto domenicale nella storia del liceo trentino. La scuola, del resto, era animata sin dall'alba, come una qualunque mattina di scuola.

Bastava però girarsi tra i corridoi o nel cortile, scambiare qualche parole con i ragazzi per capire che qualunque questa domenica non lo era. «Vogliamo dimostrare che non è vero che al Da Vinci non si studia, che siamo la scuola degli scandali e creare una cultura del dialogo» - dice la rappresentante degli studenti Francesca Zanoni.

Rincara la dose il preside Alberto Tomasi: «Quella di oggi è una dimostrazione di responsabilità. Anche nei confronti di chi, come il Presidente del consiglio, descrive una scuola che non esiste. Basterebbe venisse qui per capirlo». E le polemiche su questa scuola comparse nei mesi scorsi sui giornali, con notizie su presunti «fiumi di droga» nelle classi? «C'è stata morbosità da parte della stampa, ma oggi è la giornata del riscatto per gli studenti, che hanno fatto molto per organizzare questa giornata. Del resto il confronto tra loro e i direttori dei tre giornali locali prevista nel pomeriggio servirà anche per chiarire questo». Che il rapporto con il mondo della comunicazione nella liceo di via Giusti interessi molto lo si capisce anche vedendo l'"editoriale", spesso ironico e critico, che Tomasi è solito appendere fuori dalla porta del suo ufficio. O sfogliando "L'urlo di Vitruvio" mensile a cui tutti gli studenti possono partecipare. «Anche se poi la stampa sembra essere particolarmente attenta solo alle cose negative che possono accadere qui da noi. Mentre iniziative come quelle di oggi hanno bisogno di ampio sostegno» - dice la professoressa Tramontin.

L'assemblea inizia col saluto dell'assessore provinciale all'istruzione Marta Dalmaso: «Si respira un clima sereno e di partecipazione. Avete l'aria di chi ce la farà». Continua con il racconto di Federico Serra, arrestato a Roma dopo gli scontri dello scorso del 14 dicembre, che ha terminato il suo racconto ricordando che «libertà è partecipazione». Ed è proseguita con l'intervento del professor Alberto Conci: «I giovani finiscono sui giornali solo per storie di bullismo e poi ci si dimentica che, secondo le indagini, per l'83% di loro pagare le tasse è il primo dovere verso lo Stato e che si interessano di ambiente, economia e problemi sociali. Forse è ora che passi l'idea che la scuola non fa buone cose solo di domenica».  Subito dopo la pausa, in cui oltre alle lasagne del catering i partecipanti hanno potuto apprezzare dolci e bevande preparate dai ragazzi e acquistare una maglietta col già udito slogan della giornata "libertà è partecipazione" i direttori dei giornali locali si sono confrontati con i ragazzi.

Gli agguerriti studenti hanno posto le loro domande in modo incalzante, a partire dalla presunta azione di ingigantimento operata dagli organi si stampa sul caso di un ragazzo, minorenne, trovato mentre spacciava hashish nei bagni della scuola. Il confronto, a tratti serrato, si è concluso verso le 16.00 con il concerto di Freak Antoni degli Skiantos. Unica voce critica udita quella di un professore che però vuole rimanere anonimo: «Questa iniziativa è stata decisa dall'alto. Ci sono state imposte delle ore di recupero in modo scorretto alla domenica mattina, per una decisione del Consiglio d'istituto che ha cancellato quanto deciso in Collegio docenti». Libertà è anche non partecipazione.

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