TRENTO

Trento, amore vietato con una dodicenneDiciottenne finisce in carcere

Il ragazzo, studente kosovaro regolare in Italia, ha avuto un rapporto sessuale consenziente, ma vietati dalla legge italiana sotto i 14 anni



TRENTO. Lui ha 18 anni e lei 12. Una bambina, insomma, anche se chi la conosce dice che ne dimostri qualcuno di più. Tra loro, qualche mese fa è iniziata una relazione che nei giorni scorsi ha portato il giovane kosovaro Jeton Bytyci in carcere su disposizione della Procura di Trento. Pesantissima l’accusa: violenza sessuale.
La vicenda - ricostruita ieri in Questura dal vicequestore Roberto Giacomelli, dirigente della Squadra mobile - è iniziata nell’autunno scorso quando i due studenti - lei è trentina e come il ragazzo è seguita dai servizi sociali - si sono conosciuti all’interno dei gruppi di giovani che frequentano il parco Santa Chiara di Trento. Tra loro sarebbe nata un’amicizia, ma la ragazzina si sarebbe presto infatuata del diciottenne, che è nel nostro Paese da solo e frequenta le scuole superiori. La frequentazione è poi diventata più intensa tanto che lo studente ha convinta la dodicenne ad avere un rapporto sessuale.
 Il fatto sarebbe avvenuto proprio nel parco e, secondo la ricostruzione, la giovanissima sarebbe stata consenziente. Lo conferebbe il fatto che ne avrebbe anche parlato con un’amica senza accennare minimamente ad un’imposizione da parte del ragazzo. Ma in seguito aveva deciso di confidarsi anche con i genitori i quali, comprensibilmente sconvolti dalla rivelazione, un mese fa si sono recati in Questura e hanno segnalato il fatto.
 Grazie a una serie di immediate verifiche, la Squadra mobile ha in breve identificato il ragazzo, che è incensurato. A quel punto, la Procura di Trento ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia di cautelare e ai polsi del giovane sono scattate le manette. Il diciottenne è finito così in carcere con l’accusa di violenza sessuale, anche se di fatto di violenza vera e propria non si può parlare. La legge, infatti, prevede l’arresto obbligatorio quando è coinvolta una persona che non è in grado di intendere e di volere e sotto tutela dei genitori. A poco vale quindi la difesa del giovane: "Era la mia ragazza".













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