Trentino: la dura vita della guardia medica

Cento pazienti al giorno, turni di dodici ore e senza diritto alla mensa


Robert Tosin


TRENTO. Se il pronto soccorso è la prima linea della sanità, la guardia medica fa la parte di quei corpi speciali e disconosciuti dallo Stato che li paga per operazioni non ben definite laddove l'esercito non arriva. E spesso con pochi mezzi: tanti oneri e pochi onori. Dopo trent'anni di attività la guardia medica non ha ancora un posto definito all'interno del sistema sanitario.
Il nome nuovo che è stato affibbiato al servizio è quello di "continuità assistenziale": rende bene l'idea di ciò che dovrebbe essere, ma nessuno mai lo chiamerà così. I medici impegnati in questo servizio sono, in parole povere, i sostituti dei medici di base quando questi non sono operativi. E cioè la notte, nei giorni festivi e nei prefestivi. Questo vuol dire che il loro compito principale è di affrontare problemi urgenti ma non cronici. Tutto ciò che può essere fatto dai medici di base in un altro momento per loro è dunque off limits. Possono, ad esempio, prescrivere un farmaco immediatamente necessario, ma non possono ordinare analisi o somministrare medicinali che possono essere utilizzati solo in ambito ospedaliero.
Le responsabilità di questi medici sono enormi: hanno a che fare con pazienti che non hanno mai visto e che non vedranno probabilmente mai più, affrontano tutti i tipi di malanni e fasce d'età molto diverse, dai bambini agli anziani. Ed essere dei tuttologi in campo sanitario è impresa titanica, se non impossibile. In pochi secondi devono capire quello che il paziente vuole comunicare, «ma molte volte - spiega Cristina Andreaus, guardia medica di lungo corso - anche quello che sottintende. Ci dobbiamo trasformare in psicologi prima di tutto. Ci accorgiamo direttamente anche dei mutamenti del momento sociale, registriamo un aumento di aggressività verbale che non è data solo dalla tensione del momento, oppure di mancanza di sicurezza. A molti basta un confronto anche rapido su cose magari banali, però si percepisce la necessità di una condivisione del dubbio e la ricerca della soluzione. Spesso ci troviamo a fare certificati a lavoratori che non possono permettersi di mancare un'ora nei giorni feriali per andare dal proprio medici, magari perchè sono in prova e temono di perdere il posto».
La cosa curiosa e per certi versi pure incredibile è che la guardia medica non è dipendente dell'Azienda sanitaria. E' un libero professionista che sottoscrive una convenzione: in caso di contenziosi non è coperto dall'Azienda ma da un'assicurazione privata. Non ha diritto alla mensa né della pausa, fa turni di 12 ore continuativi in situazioni logistiche non sempre ottimali. Pur dopo i recenti interventi migliorativi, nella sede di via Malta non c'è aria condizionata (l'unica stanza di tutto l'immobile) e c'è un bagno solo.

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