Trentino: in aumento gli abusi sui minori

In 5 anni un migliaio di denunce, ma il 90% del fenomeno è sommerso


Sandra Mattei


TRENTO. Il Trentino non è immune dal fenomeno degli abusi e dei maltrattamenti sui minori, lo confermano i dati delle associazioni che si occupano dell'ascolto e del recupero delle vittime. Sono dati parziali, registrati dal 2000 al 2005 dall'associazione "Prospettive": 234 le denunce per abusi e 650 quelle per maltrattamenti. Commenta Alessandra Gianotti, all'Ama, si tratta della punta dell'iceberg.
L'occasione per parlarne è il convegno «Ombre e luci, donne che hanno subito abuso nell'infanzia», che si conclude oggi in Sala Falconetto, a palazzo Geremia di Trento, organizzato dall'associazione di Auto mutuo aiuto (Ama) e dal Comitato italiano inserimento sociale (Cirs). L'esigenza di parlare del fenomeno sommerso, i cui dati delle denunce non sono che una minima parte della reale portata, è emersa dai gruppi di auto mutuo aiuto attivi a Trento da 15 anni. Il convegno mette a confronto esperienze sia delle associazioni presenti sul territorio regionale, che di quelle a livello nazionale. Spiega Alessandra Gianotti, coordinatrice del "Progetto luce": «Il convegno vuole raccogliere dati ed esperienze delle associazioni che si occupano di abusi e violenza in famiglia. Importante è la conoscenza reciproca, per raccogliere i dati sul fenomeno e i servizi che ci sono e promuovere di conseguenza nuovi percorsi. In settembre avvieremo un nuovo gruppo Ama per le donne che hanno subito abusi, che si terrà ogni 15 giorni, sarà gratuito e garantirà l'anonimato, Per informazioni, il numero di telefono è 348 7138291».
Il problema maggiore con cui gli operatori e i volontari si scontrano è quello dei pregiudizi e della paura di denunciare gli abusi. «Il 90% - commenta Gianotti - di questi reati non lascia traccia a livello giudiziario, ma lascia conseguenze molto pesanti sulle vittime. Si calcola che una donna che ha subìto abusi da bambina, ha molte più possibilità di soffrire di ansia, depressione, disturbi alimentari. Per questo è importante che gli operatori sul campo siano preparati a cogliere i segnali che nascondo tali vicende dolorose». Il fenomeno della pedofilia, in passato rivolto soprattutto alle bambine, ora coinvolge anche i maschi: il rapporto era di 1 bambino su 4, ora è di 1 bambino su 3. L'Ama inizierà anche degli incontri con le Comunità di valle per sensibilizzare il territorio sul tema e chiedere ai genitori che siano più attenti ad eventuali cambiamenti comportamentali dei loro figli. Se l'Ama si occupa delle conseguenze degli abusi sugli adulti, l'associazione "Prospettive", presieduta da Anna Maddalena Boccagni, offre consulenza agli operatori che si trovano di fronte a episodi di violenza sui minori. Un'associazione che ha trent'anni di vita, ma che fatica a reggersi solo sui contibuti privati, perché la Provincia è assente, denuncia la presidente. «Abbiamo iniziato a occuparci del fenomeno - aggiunge - negli ultimi dieci anni, dopo l'avvio di percorsi sullo sviluppo del bambino, sulla conflittualità tra genitori e disagi in famiglia, che hanno messo in luce quanto sia trasversale il fenomeno. C'è un gruppo interdisciplinare composto da psicologi, neuropsichiatri infantili, insegnanti, educatori, avvocati che danno strumenti, ciascuno nel proprio ambito, per accompagnare le vittime degli abusi in un percorso di sostegno, anche dal punto di vista giuridico. Se in 5 anni le denunce sono state quasi mille, tra abusi e maltrattamenti, in 5 mesi di sperimentazione di un percorso di recupero, abbiamo ricevuto 32 segnalazioni». "Prospettive" ha sede a Trento, in via Sighele 3, tel. 0461 398745.













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