«Treni regionali, vergogna italiana»

Bonvicini: siamo da Terzo mondo, all'estero un servizio che qui ci sogniamo. Firme oltre quota 1800


Paolo Morando


TRENTO. «Complimenti per l'iniziativa, ci voleva. Io sono un fruitore di treni, soprattutto dell'alta velocità sulla tratta Roma-Milano, ma spesso utilizzo anche linee regionali, in particolare quando vengo a Trento. E ogni volta è uno shock. La situazione è drammatica». Anche Gianni Bonvicini, vicepresidente vicario a Roma dell'Istituto affari internazionali e docente di relazioni internazionali all'università di Roma 3, ha sottoscritto l'appello del nostro giornale contro la decisione di tagliare tratte ferroviarie a lunga percorrenza da e per il Trentino-Alto Adige.

È duro il giudizio dell'ex presidente dell'Itc: «È inverosimile che in un paese civile ci sia una distinzione così pesante tra i servizi di cui Trenitalia si vanta e quelli cittadini o di reti metropolitane tra capoluoghi, neppure lontanamente funzionanti come dovrebbero in un Paese civile».

Professor Bonvicini, lei è spesso all'estero per lavoro. Com'è altrove la situazione del trasporto ferroviario?
Quando vado a Parigi o Londra, ogni volta mi stupisco: là i treni per i pendolari sono straordinari, funzionano addirittura molto meglio di quelli a lunga percorrenza. In Italia invece lo squilibro tra alta velocità e linee regionali è spaventoso. In questi tempi di crisi, varrebbe la pena concentrarsi proprio su queste ultime: i pendolari sono tantissimi e pagano tasse ogni giorno più pesanti. Meriterebbero un'attenzione diversa.

Quante volte al mese mediamente utilizza le linee di Trenitalia?
In media quattro volte al mese per andare a Milano: l'alta velocità tra Roma e Milano funziona, ormai ha totalmente soppiantato l'aereo. Poi, almeno una volta al mese ritorno a Trento.

L'esperienza peggiore che ricorda?
È freschissima, di pochi giorni fa. Dovevo recarmi da Trento a Torino, con un treno regionale proveniente da Bolzano, che partiva la domenica alle 15. Ma era domenica di mercatini di Natale... Risultato: in centinaia pigiati peggio delle sardine. È incomprensibile come Trenitalia in questi casi, ampiamente prevedibili, non decida di raddoppiare il servizio.

Lei che risposta si dà?
Un motivo in realtà c'è. Quando è iniziata la liberalizzazione del trasporto ferroviario, innescando una sana competizione, Trenitalia ha deciso di investire nell'alta velocità pensando in questo modo di mettersi al riparo dalla concorrenza. Che infatti è arrivata e continuerà a crescere, dai progetti di Montezemolo ai treni tedeschi già sul mercato. Così facendo però sono state del tutto accantonate le linee regionali, in Italia difficili da gestire anche per difficoltà orografiche: servirebbero binari separati. Ma è soprattutto un problema di mentalità.

Che cosa intende dire?
Da noi i treni regionali non sono considerati come linee metropolitane, come invece accade altrove: all'estero sono tantissime le persone che li usano e altissima è la qualità del servizio, sia per la velocità con cui viaggiano i convogli che per la puntualità con cui arrivano. Cose che noi ci sogniamo. Qui invece il treno regionale è considerato un servizio secondario per le fasce di cittadini più poveri. È una mentalità profondamente sbagliata, che va contro gli interessi del Paese. Capisco che possano esserci difficoltà legate alla natura territorio, ma è un caso di miopia straordinaria non capire che anche questi servizi possono diventare estremamente convenienti: se fossero implementati e resi puntuali, oltre ad avere effetti positivi sull'ambiente, farebbero risparmiare spese ingenti agli utenti. E dunque all'intero sistema produttivo del Paese.

I dirigenti di Trenitalia si difendono sostenendo che in Italia il prezzo del biglietto è molto più basso rispetto all'estero. E che questo è il servizio che possiamo permetterci.
Credo invece che per un servizio migliore i cittadini sarebbero disposti a pagare di più. Io vivo a Roma e il biglietto del tram costa 1 euro, mentre a Milano 1,50. Ma qui a Roma il tram non c'è mai e quando arriva è stracolmo. Se passasse con regolarità, se ci fossero corsie preferenziali, la gente pagherebbe volentieri anche un biglietto più caro. No, guardi, quella del livello del servizio obbligato perché parametrato al prezzo del biglietto è solo una balla.

Giulio Andreotti diceva che in Italia ci sono due tipi di matti: chi si crede Napoleone e chi vuole risanare le Ferrovie dello Stato.
Buona questa. Ma Andreotti, dopo la caduta del muro di Berlino, era contrario all'unificazione delle due Germanie. Ricorda? Diceva che noi italiani amiamo talmente la Germania da volerne due... No, altri tempi: lasciamolo perdere.

Quanto è peggiorata la situazione dei treni regionali negli ultimi tempi?
Enormemente. Ne prendo pochi, ma la qualità del servizio è inaccettabile. Per intendersi, alla toilette non ci si può neppure avvicinare. Non ci sono scuse: siamo in una situazione da Paese in via di sviluppo. Anzi, siamo a tutti gli effetti in una fase di sottosviluppo.

Che cosa dovrebbero fare Monti e il governo dei professori?
Monti intanto pensi a sopravvivere. Poi dovrà certamente occuparsi di iniziative strutturali, di quelle però in grado di far cambiare la mentalità al Paese. Ma temo che neppure i professori ce la possano fare.













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