Tre multe in 20 minuti: patente da rifare

Un trentino sorpreso oltre il limite sull'A4 in un tratto di 40 chilometri


Mara Deimichei


TRENTO. Che andasse veloce non c'è alcun dubbio visto che ha coperto una quarantina di chilometri in 20 minuti e ha collezionato ben tre multe per eccesso di velocità, ma il dover rifare l'esame della patente gli sembrava conseguenza esagerata e così ha presentato ricorso al Tar. Che però gli ha dato torto e così l'uomo dovrà rassegnarsi a tornare sui testi delle autoscuole. Lui è un trentino che il 31 marzo del 2008 stava tornado a casa dall'areoporto di Malpensa utilizzando la A4.

La prima violazione viene segnalata alle 20.50 all'altezza di Cavenago Brianza, la seconda nel comune di Bergamo e la terza a Palazzolo sull'Oglio alle 21.11. La velocità dell'auto, in questi tre rilevamenti aveva variato fra i 161 e i 166 chilometri all'ora e ciascuna delle violazioni aveva portato alla decurtazione di 5 punti della patente per un totale di 15 punti. Patente quindi salva? No, visto che gli altri 6 andati in fumo per una sanzione rimediata in seguito, che hanno avuto come conseguenza l'obbligo di rifare l'esame della patente.

Ma l'automobilista, attraverso un legale, ha impugnato davanti ai giudici del Tar la determinazione del dirigente della motorizzazione con il quale è stata disposta la revisione della patente. La domanda incidentale era stata accolta in via provvisoria e il provvedimento era stato sospeso per consentire altri approfondimenti in attesa della difesa.

Secondo la difesa, il fatto che le tre violazioni siano state commesse tra le 20.50 e le 21.11 indica un'unica azione e sarebbe dunque applicabile la disposizione del codice della strada che prevede che, in caso del contemporaneo accertamento di più violazioni, possano essere decurtati dalla patente al massimo 15 punti.

In ogni caso l'articolo 8 della legge del 24 novembre 1981, imporrebbe l'applicazione della sanzione più grave, nella specie pari a 5 punti, passibile di essere aumentata fino al triplo. Ma non trattandosi di persona recidiva, per la difesa, vi sarebbero state le circostanze per applicare la pena inferiore. E con un diverso computo dei punti l'uomo non avrebbe esaurito il suo «bonus». Diversa l'interpretazione del Tar che ha respinto il ricorso riconoscendo la legittimità dei provvedimenti e ha condannato l'uomo - che dovrà rifare la patente - al pagamento di 3 mila euro.













Scuola & Ricerca

In primo piano