trento

Tre arresti per rapine e furti in abitazione

L'indagine condotta dalla Procura di Trento coinvolge 11 persone accusate di aver commesso 41 "colpi" in un anno e mezzo tra Trentino, Lombardia e Veneto



TRENTO. Tre persone arrestate e altre 8 accusate a vario titolo per aver commmesso 2 rapine e 39 furti in esercizi pubblici dal 2014 alla primavera del 2015 fra Trentino, Lombardia e Veneto. E' il risultato di un indagine condotta dalla Procura di Trento (dai procuratori Ognibene e Scagliarini) che ha condotto le forze dell'ordine ad emanare per le 11 persone indagate l'ordinanza cautelare in carcere per associazione per delinquere.

Le due rapine in abitazione, insieme ai furti, di cui uno da 25.000 in un bancomat di Pergine, in Trentino, sradicato completamente dalla sua sede e portato via, risultano avere fruttato oltre 100.000, secondo una prima stima approssimativa. I malviventi in questione erano infatti riusciti ad aprire o portare via anche casseforti di esercizi pubblici e di privati.

In manette per ora sono finiti in carcere Ahmed Sakir, 44 anni, macedone, ritenuto il capo della presunta organizzazione, Dunia Zad Jad, 22 anni, di origine marocchina, entrambi residenti ad Appiano, in Alto Adige, e Eni Halilaj, 25 anni, residente a Gussago (Brescia). Per gli altri otto, tutti albanesi e probabilmente ritornati in patria, alcuni con domicili che variano dal milanese, al bresciano, altri senza fissa dimora in Italia, sono in corso le procedure per l'esecuzione della misura.

La banda, come riferito dagli investigatori, si sarebbe separata in un secondo momento in due distinti nuclei, uno rimasto sotto il controllo di Sakir, il secondo in mano ad un albanese di 31 anni, ora tra gli otto ricercati. Le indagini «hanno evidenziato una notevole capacità di controllo del territorio - ha affermato il procuratore capo di Trento, Giuseppe Amato - di coordinamento tra carabinieri polizia, e di valorizzazione degli elementi spesso trascurati nelle indagini perché ritenuti marginali, oltre alla capacità tecnica operativa e di valutazione dei tabulati delle intercettazioni telefoniche». E dell'importanza della sinergia per ottenere risultati hanno parlato anche il comandante provinciale dei carabinieri del Trentino, colonnello Maurizio Graziano, e il dirigente della polizia di Trento, Salvatore Ascione, capo della Squadra mobile della Questura.

Le due rapine e i 39 furti in appartamenti e esercizi pubblici fra Trentino, Alto Adige, Lombardia e Veneto hanno visto la banda agire con modalità diverse, ma sempre con attrezzatura non improvvisata, dai trapani per aprire serrature e infissi, a corde e furgoni per sradicare casseforti e bancomat.













Scuola & Ricerca

In primo piano